Prendo spunto dal commento al post precedente inviato da Loretta, zia di una ragazza attualmente a Strasburgo per uno stage.
Noi riminesi ci vantiamo di essere aperti al mondo. Ma lo siamo veramente? Una cosa è accogliere turisti di ogni lingua e colore. Un’altra è avere il coraggio di far le valige, lasciare mamma e piadina e andare a lavorare o studiare lontani da casa.
Il mio primo articolo pubblicato dal Carlino in prima pagina, nel lontano luglio 1996, era proprio intitolato: “Questi riminesi, tutti mamma e tagliatelle…” Eh, sì, che fatica essere internazionali, quando a fare le valige è la tua bimba, la tua burdèla… Due anni fa, quando Dora mi comunicò la decisione di iscriversi all’università di Tor Vergata, mi prese un colpo. In un attimo svanirono i miei sogni sui ragù preparati la domenica sera da portare a Bologna, sulle valige zeppe di panni da lavare e stirare, da cambiare ogni fine settimana. Il masochismo della mamma romagnola, ebbene sì, contemplava anche questo tipo di servilismo verso i figli, come se non fosse ancora ora di dar loro la patente di “adulti”. Con grande sorpresa di questa mamma apprensiva, Dora si è dimostrata autonoma, non ha mai portato da lavare neanche una Tshirt (ha la lavatrice, nell’appartamento romano, ed ha imparato persino a stirare, anche se solo lo stretto indispensabile). Le ho regalato un libro di ricette, un “testo” per la piada (inteso non come libro, ma come piastra di ghisa da usare per scaldare quella precotta, non allarghiamoci troppo…) e un forno a microonde. Ed ora sta a Strasburgo (“in Europa!”, scrive giustamente Loretta) e non la vedo da quasi tre mesi. E’ autonoma, la mia burdèla, è una cittadina europea, è cresciuta… Non dovrebbe avere troppi problemi, in futuro, a districarsi nel mondo multietcnico. Siamo noi mamme, troppo legate ancora a quel benedetto cordone ombelicale, che rischiamo, con le nostre paure, di tarpare le ali ai loro sogni. Per ottenere poi degli adulti pieni di paure (e di tagliatelle) e convinti di essere internazionali perché “qui a Rimini arriva il mondo…”
Condivido tutto quello che hai scritto..io e mio fratello siamo cresciuti con una mamma che avrebbe voluto che noi andassimo in giro per il mondo e in parte mio fratello lo ha realizzato visto che ora abita e lavora a milano( non è proprio il mondo!!) ora spero che mia figlia abbia la possibilità di farlo come ha fatto la tua
Giochi d’anticipo, Dany! Mi risulta che Sara abbia appena iniziato a camminare… Chissà come sarà dinamico e diverso il suo mondo, fra una ventina d’anni!
Io, da parte mia, sarò una nonnina quasi settantenne…
Grazie per la visita. Torna ancora.
Cri