Oggi ho imparato un modo di dire romagnolo che ancora non conoscevo.
“L’at dà vanèla!”, mi ha detto scherzosamente un signore di Santarcangelo riferendosi alla moglie che stava approvando un concetto che avevo appena espresso e su cui lui, il santarcangiolese misogino, non era del tutto d’accordo.
“Cosa vuol dire ‘dè vanèla’?”, ho chiesto.
“Ma come? – è stata la pronta risposta – tu che studi i dialetti romagnoli non sai cosa significa?”
E si è prodigato nella spiegazione.
“Mé ai dag vanèla, té t’ai dé vanèla, lò ui dà vanèla… Voce del verbo ‘dè vanèla’. Semplice, no?”
Curiosa come sono di andare alle fonti, appena tornata a casa ho cercato (e trovato) nel Dizionario Romagnolo Ragionato di Gianni Quondamatteo.
“dè vanèla“: dar corda, dar confidenza, dar la baia. Il bambino gioca col gatto, e alla fine busca un graffio? La mamma gli dice: “t’è vest, a dèi vanèla, cus che suzéd?” (hai visto, a dargli corda, cosa succede?). “Se ta j dé vanèla t’at n’incorz!” (se gli dai corda, te ne accorgi!). “It dà vanèla perché t’ci un pataca!” (ti danno corda perché sei un pataca!).
… ohibò, ma allora quel tipo fra le righe mi ha bollato come pataca…
Visto cosa succede, a non approfondire bene lo studio delle lingue?
Dè vanela, pataca: qualcuno conosce modi di dire corrispondenti in altri dialetti?
Il dibattito è aperto…
Io mi sento talmente ignorante nel mio dialetto (milanese)… Purtroppo ho l’impressione che, soprattutto da queste parti, si stia perdendo.
Anche qui in Romagna si perde, ormai. Per fortuna c’è ancora tutto il mondo che ruota attorno al teatro dialettale, piuttosto vivo. Ne ho scritto in un precedente post, in luglio (http://www.cristella.it/blog/2007/07/23/dialetto-anche-destate/).
Grazie per i commenti, “sgnour Ponza, e’ milanès”.
Anch’io leggo volentieri i tuoi post in Così è (se vi pare).
Buona notte.
Ciao. A Zena ( Genova ) per rendere la stessa idea di pataca, diciamo Belinun. Ma a differenza di voi non è un’epiteto che può risultare facilmente bonario.
Cosa ci diciamo tra noi, specialmente tra amici, è gundun, che letteralmente vuol dire preservativo. Ma tra amici, anche se vuol dire…stronzone, etc etc..è di una calorosità infinita.
Passato di qui per caso. Parlatelo il vostro romagnolo! E’ meraviglioso. ün salüo da Zena.