Principesse, preti e… santini

Della mia amica blogger Marina Garaventa, alias La Principessa sul Pisello, ho già scritto qui. Curiosando nel suo archivio, sono rimasta colpita da due post in particolare. Ne ho parlato con don Piergiorgio, il sacerdote che mi è stato maestro di scrittura e giornalismo e che collabora al sito di Cristella con la rubrica Lettera 22. Gli ho chiesto un commento “da prete”.

Poteva dirmi no? Quando gli si chiede qualcosa di scritto, lui va a nozze (si può dire, di un prete?). Ha risposto a stretto giro di fax (il computer, per lui, è off limits).

Riepiloghiamo.

Le tappe per comprendere il senso del mio post di oggi sono le seguenti: prima di tutto leggetevi Santini & C. numero 1, poi Santini & C. numero 2.

Già così ne avete abbastanza per meditare sui vostri piccoli dolori, vero?

Sorridete un attimo, però, perché la Principessa è ricca di ironia e solarità, come avrete appurato leggendo i suoi post. Ecco, adesso, vi lascio leggere cosa ne pensa il mio sacerdote preferito, che si fa riconoscere già dal titolo.

Primo comandamento: rivolta il calzino.

Ognuno di noi inevitabilmente si porta appresso le sue deformazioni professionali o culturali. Parlando in chiave positiva, vede e giudica il mondo a partire dalla sua prospettiva.
Subito, per amore di onestà, confesso candidamente di essere un prete.

Incontrandosi con l’ottica e lo spirito vitale di Marina sarebbe facile per un membro del clero formulare un analogo giudizio: ” Molto interessante, però Marina non lavora per gli interessi del ‘partito’! Per questo prudentemente è da tenere alla larga.”

Sono disposto a comprendere tale reazione. Ma non è la mia!

Tale posizione all’apparenza controcorrente non mi nasce per il fatto di essere più intelligente o comprensivo degli altri.

Più semplicemente, cerco di essere discepolo di Gesù che, fra l’altro, dai suoi nemici “buoni” era accusato d’essere “mangione e beone, amico dei pubblicani, dei peccatori e delle prostitute”.

Ci sarà pure una base di verità storica in queste pesanti accuse?

Il nodo da mettere a fuoco in questo problema si concentra in un principio dello stesso Gesù: “Non chi dice Signore! Signore! (cioè è ortodosso) entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi fa la Volontà del Padre Mio che è nei Cieli.” Tradotto in termini teorici, anche se un po’ difficili, l’ortoprassi (il corretto modo d’agire) viene prima dell’ortodossia.

Sull’ortoprassi di Marina avete forse qualcosa da ridire?

Sta facendo il suo cammino, che inevitabilmente ha le sue tappe ed i suoi momenti. Però è un dato certo, che cammina!

Qui sono tentato di aprire un altro discorso per me – e non solo – molto importante.

Se non ricordo male, mi sembra che un giorno Gesù sia uscito con questa affermazione: “Non gettate le perle ai porci!” In altri termini: “Non buttatele via!”

Chi lo fa è spinto dal peccato di non riconoscerle come tali.

Noi, nella Chiesa – se siamo rigidamente confessionali – dividiamo il mondo in due settori incomunicabili: ci siamo noi – che siamo i buoni (vedi “farisei”) – ed il resto dell’umanità è tutto cattivo.

Con questa prospettiva, falsamente dogmatica, l’invito del Concilio (“leggere i segni dei tempi”) facilmente finisce nel cestino dei rifiuti.

[tags] chiesa, comandamenti, principessa[/tags]

5 pensieri su “Principesse, preti e… santini