Da “La piada nella roccia”, di Paolo Cananzi (1993, Guaraldi ed.)
Il riminese è pigro dal punto di vista semantico; povero dal punto di vista sintattico: ti guarda, ti riconosce e ti dice “ALLORA?”; che vuol dire “Ciao, come stai? La famiglia tutti bene? Il lavoro? Cosa fai, che non ti si vede mai in giro?”
E l’altro, se è riminese anche lui, risponde “COSI’, VEH!”, che alla lettera significa “Sto così, guarda; così come mi vedi. Puoi trarre le tue conclusioni. Sai come va il mondo, la vita è dura per tutti, voglio dire che va tutto bene, ma potrebbe anche andare meglio.”
Le vie di Rimini sono tutte un continuo “Allora?”, “Così, veh!”
E’ ciò che si può definire come “Economia della Conversazione”.
Se non erro, si dovrebbe dire “Alora?” , con una sola elle.
Sì, Gigi, sono d’accordo con te: nel nostro dialetto non andrebbero mai usate le doppie. Infatti nel titolo io scrivo “alòura”. Ma nel testo di Cananzi “Allora” è in italiano. Ciao, Gigi, era da un po’ che non ti sentivo!
Ahahahah, che ridere!
Alòura?
Cri, quando torniamo dal Natale con i miei ci si sente, magari una serata dopo Capodanno la trascorriamo insieme che dici? E lo diciamo anche al nostro fruttarolo poeta! Intanto… ci si sente!
:Danda
P.s. richiesta: ma il “dì” messo in mezzo a tutti i discorsi come il prezzemolo nelle minestre? Mi piacerebbe sapere da quale pigrizia semantica viene… 😀
Danda, dì mo sò… Invece dalla parti di Cesenatico (dove sta la si intercala spesso con “ciòu”…
Buon Natale, ci vediamo magari davanti a una bella cioccolata calda, ciòu!
Av salut, ma téè e ma che bèl burdèl ad Paolo
più “economi” dei liguri! Auguri!
Il mio affettuoso augurio, cara Maria Cristina, per un sereno Natale e un 2010 che realizzi ogni tuo desiderio.
Milvia