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Troppo di corsa, ma per arrivare dove?

Corri, corri. Devi arrivare là. In fretta, non puoi rallentare. Ma come, se ancora a metà strada?

C’è la scadenza da rispettare, il fine mese, l’ok del capo, il “si stampi” del direttore, l’approvazione del tale e del tal altro…

La testa fissa sulle lancette dell’orologio e sul calendario. E un po’ di tempo e spazio per tutto il resto della vita, no?

La via è la vita.

Voler tenacemente raggiungere qualcosa significa dirigersi verso l’obiettivo per la via più breve,

senza guardare né a destra né a sinistra, senza fermarsi né tornare indietro.

In questo modo si raggiunge l’obiettivo, ma non si notano i fiori lungo la strada,

non si vedono le vie laterali che forse potrebbero avere qualcosa da offrire,

non ci si ferma a godersi il paesaggio.

Ma si procede, ciechi, gli occhi fissi alla meta.

Il cammino è la vita reale.

O, come dice un proverbio cinese, “La via è la vita”.

Per lustrarsi gli occhi… la bella mostra “Rimini Ricama”

Rimini Ricama 2011.

E’ al Palazzo dell’Arengo di piazza Cavour fino al 27 novembre. Chi avesse in programma una visita ai centri commerciali o un intontimento davanti alla tv, cambi programma, perché ne vale davvero la pena!

Gioielli creati al tombolo da Rosina Botticelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inaugurata il 18 novembre, l’esposizione annuale che rende omaggio all’arte del ricamo e del merletto sta attirando visitatori a centinaia. Bellezza, eleganza, creatività, storia, armonia, arte… Questo, si respira, nell’enorme salone medievale dell’Arengo, fulcro, in passato, della vita amministrativa e politica della nostra città. Non più Podestà, Sindaci e Assessori, ma, semplicemente… donne dalle mani d’oro. Ragazze senza età che con un ago o un fusello tra le mani si trasformano in piccole/grandi artiste e, quasi con timidezza ma con grande orgoglio, espongono al pubblico le loro opere.

E anche quest’anno l’associazione Rimini Ricama ha saputo ancora una volta coniugare l’estro e la creatività delle socie, tutte abili ricamatrici, con espressioni artistiche di vario genere.

Come indicato anche nel titolo (“Fili e merletti: un’arte in cammino, anche nell’Alta Valmarecchia”) quest’anno l’esposizione è infatti arricchita dall’apporto dei sette comuni dell’Alta Valmarecchia divenuti romagnoli a tutti gli effetti nel 2009.

I “magnifici sette”, come li ha definiti nella sua presentazione la professoressa Rita Maria Astolfi Oliva, sono presenti con magnifiche gigantografie degli scorci più belli del loro territorio e con oggetti che ne caratterizzano la storia, fra cui pezzi di antiquariato, libri antichi, mappe, strumenti di lavoro dei minatori, tessuti del ‘500, preziosi corredi provenienti da importanti casati.

“Siamo molto grate alle amministrazioni comunali di Casteldelci, Maiolo, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria, Novafeltria, Talamello – spiega Anna Maria Annibali, presidente di Rimini Ricama –  La loro collaborazione è stata fondamentale per l’organizzazione di questo evento. Così come importante è l’aiuto della Prefettura, della Provincia, del Comune di Rimini, degli sponsor e dei tanti altri amici coinvolti. Noi ricamatrici siamo abituate ad intrecciare fili e colori diversi per creare quadri armoniosi e direi che anche questa sinergia fra le diverse realtà del territorio è un esempio di un ricamo ben riuscito.”

Nutrito l’elenco delle esperte di ricami e merletti che espongono i loro migliori manufatti: si va dalle allieve della scuola dell’associazione Rimini Ricama che, coordinate da Irene Razzani, hanno riprodotto in punta di ago alcune opere di Maurits Cornelis Escher, all’esperta di tombolo Rosina Botticelli di San Vito, che ha iniziato a lavorare coi fuselli all’età di sette anni e che propone magnifici gioielli creati con fili d’oro e argento.

Espongono anche la Bottega delle Idee, il gruppo Ago e Filo dell’associazione “Farsi Prossimo”, Albertina Fattori, Gabriella Paesini, Sandra Sancisi, Michela Pasini, Mara Parma, Leda Stentorei, il Filo di Anna.

La mostra resterà aperta tutti i gironi fino al 27 novembre (dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00).

 

Amor polenta di Cristella

Cristella regina dei dolci? Pare di sì, almeno a giudicare dalla richiesta di consigli e ricette che giungono dal direttore  di www.quiriviera.com, notiziario on line della provincia di Rimini.

Fiducia forse conquistata con “Il tiramisù del direttore”, pubblicato qualche tempo fa con rischio di duplice crisi coniugale (leggere per credere…).

Continuando sulla scia dei  doppi sensi, Marco torna alla carica chiedendo notizie su di un dolce che ha gustato a Torriana e che, gli hanno detto, si chiama “Amor polenta”.

Cristella ha cercato subito, curiosa com’è, e scoperto che non dovrebbe trattarsi di una ricetta tipica della Romagna, piuttosto della Lombardia e del Piemonte.

Una ricetta semplice, da provare.

Detto, fatto. Con l’approvazione degli amici che qualche ora fa l’hanno gustata, chiedendo il bis per la prossima occasione di incontro.

Ingredienti

Burro:100 g

Farina di mais: 100 g

Farina bianca “00”: 80 g

Lievito per dolci: 1/2 bustina

Mandorle tritate finemente: 100 g

Rum o altro liquore:1 bicchierino

Uova: 2

Vanillina: 1 bustina

Zucchero a velo:120 g

Preparazione

Frullare il burro ammorbidito a temperatura ambiente insieme alle uova e allo zucchero fino ad ottenere una crema omogenea.

Aggiungere le due farine, il lievito, la vanillina precedentemente setacciati insieme. Incorporare  le mandorle tritate e il liquore. Mescolare con un cucchiaio di legno per qualche minuto.

A questo punto servirebbe l’apposito stampo, ma va bene anche uno stampo rettangolare da plum cake oppure uno da “torta col buco”, che va spennellato internamente col burro fuso e spolverato di farina di mais.

Versare ora il composto cercando di livellarlo.

Va cotto in forno preriscaldato a 180° per circa 40 minuti.

Quando sarà freddo, rovesciarlo in un piatto di portata e spolverizzarlo con zucchero a velo.

Amor Polenta pronto per gli amici di Cristella

 

 

Buon appetito!

 

 

Per non parlar della cantina: De Libris Cristellarum

Scaffale dialetto, scaffale autori romagnoli, scaffale Rimini (guide, storia, ecc.), scaffale narrativa straniera, scaffale narrativa italiana, scaffale cucina, scaffale arte e musica, scaffale giuridico/lavoro, scaffale enciclopedie, scaffale dizionari, scaffale gialli, scaffale mistery, scaffale infanzia, scaffale salute, scaffale geografia, scaffale religioni, scaffale poesia, scaffale libri “vintage” (antichi???)…

No, non è un’altra libreria che apre a Rimini. E’ la casa di Cristella, dove un libro è come il pane: buttarlo è peccato mortale. Lo spazio non basta più, i libri stanno fagocitando gli spazi, stanza dopo stanza, mobile dopo mobile (per non parlar della cantina…).

E mancano ancora tutti quei “Libri Che Da Tanto Tempo Cristella Ha In Programma Di Leggere”…

Ma quante vite servirebbero? Consoliamoci con Calvino:

“Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino (1979)

Non che t’aspetti qualcosa di particolare da questo libro in particolare. Sei uno che per principio non s’aspetta più niente da niente. Ci sono tanti, più giovani di te o meno giovani, che vivono in attesa d’esperienze straordinarie; dai libri, dalle persone, dai viaggi, dagli avvenimenti, da quello che il domani tiene in serbo. Tu no. Tu sai che il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio. Questa è la conclusione a cui sei arrivato, nella vita personale come nelle questioni generali e addirittura mondiali. E coi libri? Ecco, proprio perché lo hai escluso in ogni altro campo, credi che sia giusto concederti ancora questo piacere giovanile dell’aspettativa in un settore ben circoscritto come quello dei libri, dove può andarti male o andarti bene, ma il rischio della delusione non è grave.
Dunque, hai visto su un giornale che è uscito Se una notte d’inverno un viaggiatore, nuovo libro di Italo Calvino, che non ne pubblicava da vari anni. Sei passato in libreria e hai comprato il volume. Hai fatto bene.
Già nella vetrina della libreria hai individuato la copertina col titolo che cercavi. Seguendo questa traccia visiva ti sei fatto largo nel negozio attraverso il fitto sbarramento dei Libri Che Non Hai Letto che ti guardavano accigliati dai banchi e dagli scaffali cercando d’intimidirti. Ma tu sai che non devi lasciarti mettere in soggezione, che tra loro s’estendono per ettari ed ettari i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, i Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura, i Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Essere Stato Scritto. Continua a leggere

Scanzonata filosofia riminese. “Par piasér: ch’la m ne màza un chél!”

INTERNO GIORNO

Viserba di Rimini. Pomeriggio d’autunno nella sala d’aspetto del medico di famiglia. Stanza in ombra, dal soffitto basso. Aria stantia e pesante. Scomode seggiole addossate ai muri. Scaffaletto con vecchie riviste.

Tutti i posti occupati: tre o quattro signore di mezza età, due anziani con la cartella delle lastre in mano, un ragazzo di colore, un rappresentante del farmaco con la borsa di pelle d’ordinanza.

Cristella entra. Continua a leggere