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Annalisa e Giovanna: le donne e il dialetto

Il sito “Dialetti romagnoli in rete” curato da Davide Pioggia, linkato da Cristella già da qualche mese, è una continua scoperta. Come tutte le cose buone, va assaporato senza fretta, gustando con calma ogni sua pagina…

Per chi volesse iniziare ad entrare nell’atmosfera, può bastare l’ascolto di qualche poesia, racconto o altro dalla viva voce dell’autore.

Due pillole, brevi: un esempio di dialetto di Santarcangelo con la giovane Annalisa Teodorani (il 16 gennaio 2011 citata in un bell’articolo di Davide Rondoni pubblicato su “Domenica”, l’inserto culturale de Il Sole 24 ore, dal titolo “Spuntano nuovi poeti in Romagna”) che legge “Du an (Due anni) e l’immediatezza tutta riminese della non più giovanissima Giovanna Grossi Pulzoni (di Annalisa potrebbe essere nonna), nota autrice di teatro dialettale, con la barzelletta La pscarìa (La pescheria).

Se serve la traduzione, fasìl savé!

A Gambettola “I colori che ridono”

Sabato 15 gennaio, alle 16, alla sala Fellini di Gambettola si terrà un incontro con Salvatore Giannella, curatore del libro “La valle del Kamasutra” (ed. Bompiani, 2010) pubblicato per festeggiare i 90 anni di Tonino Guerra (che sarà presente all’evento). Il volume è una raccolta antologica di storie, racconti, versi e disegni di Tonino. Nell’occasione Giannella presenterà anche un documentario inedito sui retroscena di “Amarcord”, nel quale gli attori, lo sceneggiatore e lo stesso Fellini raccontano il film.

Dopo la presentazione si passerà all’apertura della mostra “I colori che ridono”, curata dall’Antica Stamperia Pascucci, che inaugura ufficialmente come ambiente espositivo il nuovo teatro comunale di Gambettola. L’esposizione comprende 20 arazzini stampati e dipinti a mano con ritocchi di stoffa colorata e 24 arazzi più grandi utilizzati per illustrare “La valle del Kamasutra”.

La mostra resterà aperta fino al 23 gennaio.

Sul legame di Fellini con Gambettola, avevo già scritto qui

Sulla collaborazione di Tonino Guerra con gli stampatori di tele romagnole Pascucci avevo già scritto qui.

Come vedete, più di un motivo per esserci, sabato! A vag m’e’ Bosch….

.. e infatti, ci sono andata. Ecco la prova:

Auguri! In attesa del 27 dicembre (sospiro…)

Auguri?

Come ricorda la mia amica Mitì (Placida Signora) in questo bellissimo post natalizio…   “Agatha Christie scriveva: ‘Natale è il giorno ideale per un omicidio’.

Sì, allora, auguri a tutti, a me per prima. “Che il 27 dicembre arrivi presto” 😉

Ecco l’oggetto misterioso di due post fa

12 novembre 2010: missione speciale dell’Associazione Ippocampo a San Martino in Riparotta

Della serie: quando succede qualcosa che tocca cultura e storia del nostro territorio… noi ci siamo!

C’era una volta… – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori.

No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.

Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.

Non so come andasse, ma il fatto è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname…

E’ iniziata così, lo scorso 12 novembre, la presentazione poetico-musicale che s’è tenuta al teatrino parrocchiale di San Martino in Riparotta, piccolo gruppo di case poco distante da Viserba.

L’incipit del celebre libro di Collodi ha introdotto gli spettatori nella giusta atmosfera, quella adatta a raccontare “Il canto del tempo”, ovvero l’incredibile storia dell’orologio di Talacia. Una vicenda che meriterebbe un film.

La voce era quella di Liana Mussoni, bravissima nelle vesti di attrice e di cantante, accompagnata dagli strumenti (fisarmonica e altro) di Tiziano Paganelli. Graditissimi anche gli intermezzi di Marco Bianchini, che ha declamato alcune poesie di Raffaello Baldini, il grande santarcangiolese che sul tempo ha scritto alcuni dei suoi versi più belli (“D’al vòlti”, “C’ora c’l’è?”, “L’arlòz”).

Ma perché la bottega del vecchio falegname della favola si adatta così bene alla storia vera che ha avuto come scenario proprio il piccolo borgo di San Martino in Riparotta?

Curiosi, vero?

Innanzitutto, il protagonista: un Geppetto che parlava romagnolo. Continua a leggere

Ortografia unica per la Romagna poliglotta

L’invito è rivolto a dialettofoni, dialettofili, amanti del teatro dialettale e curiosi…

La copertina del libro

Venerdì 26 novembre, alle 18, alla Sala del Giudizio del Museo della Città l’associazione “Istituto Friedrich Schurr” presenta un libro che non può mancare nello scaffale romagnolo degli appassionati. Si tratta di “Do int una vòlta”, una commedia di Giovanna Grossi Pulzoni corredata dal saggio di Daniele Vitali e Davide Pioggia dal titolo “Il dialetto di Rimini”.

Il volume è il frutto di un’intensa attività di ricerca effettuata negli anni dai due studiosi di glottologia, che hanno messo a punto un sistema ortografico unico valido per tutti i diversi dialetti romagnoli.

“L’autrice e regista riminese Giovanna Grossi Pulzoni era la parlante ideale per studiare il dialetto di Rimini”, spiegano gli autori. Quindi Davide Pioggia l’ha intervistata diverse volte e Daniele Vitali ha ascoltato le registrazioni per trascriverne il dialetto.

I due hanno registrato anche un gran numero di altri parlanti di Rimini e dintorni (allargandosi a Valmarecchia, Valconca, San Marino e Pesaro), descrivendo in modo completo la fonologia riminese, con cenni di fonetica e una proposta di ortografia, ossia un sistema di scrittura valido  per tutti ma basato sugli studi fatti e, quindi, coerente.

(Per la cronaca: Maria Morolli, zia del Re Consorte, classe 1918, è stata scelta come testimone parlante per Viserba, visto che qui è nata e sempre vissuta. Durante l’intervista, a cui Cristella ha assistito, il professor Pioggia le ha chiesto se era proprio sicura che da queste parti  “topo” si dice “sòrg” e non “sòrs”. Lei, quasi offesa: “Sicura? Dì, a sarò vècia, ma miga invurnìda!“)

I principi di quest’ortografia vengono da un altro lavoro di Daniele Vitali, “L’Ortografia Romagnola”, ovviamente applicati al sistema specifico del riminese.

Poi Davide Pioggia ha trascritto la commedia con quest’ortografia, così che finalmente anche chi non parla riminese la potrà leggere senza problemi.

Pioggia ha aggiunto al libro uno studio sulla geografia cittadina (in modo che i lettori non pratici di Rimini capiscano cosa s’intende dicendo che, ad esempio, la Barafonda parla in modo leggermente diverso dalla zona di via Covignano), e poi ha messo in rete il sito www.dialettiromagnoli.it che contiene tantissimo materiale, partendo dalla traduzione italiana della commedia fino a un buon numero di poesie di autori dialettali, compresi quelli noti anche fuori dalla Romagna come il santarcangiolese Gianni Fucci.

Del sito piacerà molto ai dialettofili la parte vocale, visto che si potrà fare un viaggio da Imola a Riccione ascoltando le voci recitanti degli autori delle varie zone della Romagna.

Un lavoro completo e multimediale, che dà l’idea reale delle diversità delle nostre parlate.

Solo l’indice dei contenuti fa immaginare la ricchezza del sito: per la provincia di Bologna c’è una sezione tutta dedicata al dialetto di Imola, per Ferrara c’è il dialetto di Argenta, per Forlì-Cesena ci sono tre sezioni (Cesena, San Mauro Pascoli, Sarsina), quattro sezioni per la provincia di Ravenna (Faenza, Fusignano, Ravenna, Sant’Agata sul Santerno) e quattro anche per Rimini (Riccione, Rimini, Saludecio, Santarcangelo).

Il libro (costo 10 euro), presente in alcune librerie di Rimini, può essere richiesto anche all’editore Il Ponte Vecchio di Cesena (tel. 0547 609287) o all’Istituto Friedrich Schürr (tel. 0544 562066).