Archivi categoria: Infanzia

Donne, rompete il silenzio!

Il prossimo 8 marzo io la mimosa non la voglio proprio! Capito?

Leggete questa lettera pubblicata sul sito Il paese delle donne e sul Corriere Romagna di ieri, 10 ottobre. L’ha scritta la mia amica Elvira, dell’Associazione riminese “Rompi il silenzio”..

Principesse viserbesi e fatine alate

C’era una volta…

Una Principessa che aveva tanti desideri. “Cavalcare un delfino”.

E ci riuscì.

E poi: “Disegnare cartoni animati”…

E… quasi quasi. Anzi, di più!

Chi l’avrebbe mai immaginato che le fatine magiche Winx potevano realizzare i desideri delle Principesse, anche quelle che hanno lasciato la Reggia di Viserba per il Grande Regno di Roma???

Mistero mistero… Aspettatevi solo di vedere, in ottobre, una Regina Cristella gongolante che, al cinema, invita tutti a rimanere seduti fino alla fine, per leggere nei titoli di coda il nome della sua mitica Princess Number One!!!

Intanto, per un primo indizio, leggete questa notizia.

Imma, “bambina” violentata dalla Tv dei grandi

Ma lasciatela stare, quella bambina!

Giuro che ho sofferto, come mamma e come giornalista, quando ieri (o forse l’altro ieri), il Tg3 ha mandato in onda un’intervista alla piccola Imma nel suo letto d’ospedale.

Ma si può? Chi ha autorizzato, innanzitutto? Ci si lava la coscienza con il velo che nasconde il volto della bimba? Ma come si può andare a rompere, letteralmente, e cinicamente, quei momenti che dovrebbero essere di recupero psicologico, oltre che fisico.

Una qualsiasi persona che è rimasta dodici ore sepolta sotto le macerie, che ha le ossa rotte, che ha pianto ed ha avuto paura e non sa dove sia la persona che amava forse di più (“dormiva sempre dalla nonna, perché la accudiva”, ho sentito dichiarare da un parente; notare: la bimba accudiva la nonna, non il contrario!!!).

Insomma, una qualsiasi persona adulta in quelle condizioni ha diritto ad essere lasciata in pace, ad essere coccolata, rasserenata. Tanto più se si è di fronte ad una persona di appena dieci anni (anche se, da quanto s’è capito, Imma è già “grande” da un pezzo…).

Ma con quale cuore e coscienza quel giornalista è andato lì, dentro la stanzetta dell’ospedale che dovrebbe essere off-limits, col microfono a insistere con domande inutili, capaci solo di rivoltare il coltello nel dolore? “Come ti senti, chi ti manca, cos’hai pensato?”

“Ma vaff… Te, le tue telecamere e chi t’ha fatto entrare!!!”, avrei risposto io!

Ma l’avete sentito quel sospiro di Imma? Era la risposta di una bimba/adulta. Una risposta pesante come un macigno, piena di sofferenza.

Mi auguro che per Imma sia già iniziato un percorso di aiuto psicologico. Ma, soprattutto, spero di non vederla più in Tv, anche se gli avvoltoi dei vari “show verità” avranno già fatto le loro offerte alla famiglia…

Mi appello al Garante della Privacy, al Tribunale dei Minori, al codice deontologico dei colleghi giornalisti, alla Carta di Treviso… alla coscienza personale di ciascuno.

L’oro dei campi in giugno

Chi nasce in giugno probabilmente porta nel dna i colori del sole e il soffio del vento.

L’oro dei campi in queste giornate che non sembrano finire attira Cristella come fosse di calamita, così come il vento ascoltato e “sentito”, oggi, sotto l’ombra del grande pioppo, accanto alla Sorgente Sacramora.

Sono passati quasi 52 anni: nascere in campagna in questo periodo voleva dire, per un bimbo, trovarsi un piccolo spazio fra mille lavori dettati dalla stagione.

Uno di questi era la battitura del grano. Non avendo più a disposizione le preziose memorie dei genitori, provo a ricreare l’atmosfera di quella sera di giugno, quando Pierina dovette fermarsi, dopo un pomeriggio passato al caldo a raccogliere i fagioli, per dare alla luce la sottoscritta.

LA BATDURA (la battitura)

da “Romagna e civiltà” di Gianni Quondamatteo e Giuseppe Bellosi, Grafiche Galeati – Imola, 1977.

Ancora negli ultimi decenni dell’Ottocento il grano veniva battuto con la pietra: questa era di sasso, di forma appiattita, grosso modo triangolare, con un vertice arrotondato, fornito di un foro attraverso il quale passava un palo, sporgente dalle due facce: alla sua parte inferiore veniva fissato il timone mobile (la zérla), al quale si aggiogavano le bestie, a quella superiore si teneva stretto l’uomo che stava seduto sulla pietra come zavorra. Perché il timone potesse muoversi bene, o, come dicevano i contadini, potesse avé un pò ad zugh (aver  un po’ di gioco), la pietra aveva un’incavatura nella faccia inferiore, nella posizione del timone.

Il lato opposto al vertice, quello che strisciava sul grano, aveva delle scanalature orizzontali (nel senso della larghezza), che facilitavano la trebbiatura: la pietra infatti, strisciando sul grano, faceva uscire i chicchi che si incanalavano nelle scanalature e così non si sbriciolavano. Ovviamente se le scanalature fossero state verticali, cioè lungo la direzione del movimento, le spighe ci si sarebbero infilate dentro, senza che i chicchi uscissero.

Una pietra pesava in media dai due ai tre quintali ed era generalmente trascinata da due vacche o cavalli o asini.

Prima di battere, Continua a leggere

Claudia e Denis… Dalla Romagna a New York per il sorriso di Nicole

Claudia e Denis sono due giovani sposi residenti a Ruffio, un paesino nei dintorni di Cesena.

Con tenacia stanno combattendo, insieme alla loro “polpetta”, una battaglia molto dura. Devono, vogliono, ce la faranno!

Con la loro bambina in questo momento sono a New York da due mesi. Hanno dovuto lasciare i loro posti di lavoro. Prima di partire hanno insegnato ai nonni ad usare internet, per potersi sentire ogni sera tramite Skype e raccontare i progressi nelle fisioterapie, la gentilezza, la disponibilità e la professionalità delle operatrici e dei medici americani (che in un certo senso li hanno adottati), la vicinanza con le altre famiglie italiane con cui condividono questo estenuante e costosissimo viaggio della speranza…

L’anno scorso, per il primo ciclo di cure in camera iperbarica negli Usa, hanno speso tutti i soldi che avevano ottenuto dalla banca grazie ad un mutuo. Poi, con grande dignità, si sono decisi a chiedere agli amici e ai conoscenti di sostenerli nelle spese per realizzare il loro sogno e aprire una sottoscrizione per Nicole.

In Romagna – e non solo – è partita una gara di solidarietà per aiutare questa giovane famiglia: nei negozi di un grande centro commerciale ci sono cassettine per la raccolta fondi, tv locali e giornali hanno preso a cuore la loro storia, associazioni e privati organizzano spettacoli e occasioni varie per raccogliere sostenitori e aiuti…

Ieri a Rimini c’è stata una partita di calcio per Nicole, organizzata dalla Proloco del Ghetto Turco (un quartiere cittadino)… Insomma, amici di Cristella, potete dare una mano a spargere in rete la storia della piccola Nicole e dei suoi coraggiosi e fantastici giovani genitori?

Nel sito che hanno aperto c’è il racconto della loro vicenda, le foto, i progressi, i contatti…

Cercate anche il gruppo di Face Book “La Piccola Nicole”: lì Claudia e Denis stanno tenendo un diario dalla clinica americana dove si trovano ora con la loro bimba.

Ecco la storia, dalla home page del loro sito.

Nicole è nata a Cesena il 25 marzo 2008. E’ una bambina di 2 anni che, a causa di una complicazione durante il travaglio, ha riportato danni neurologici. Questo suo danno le impedisce di muoversi e comunicare come tutti i bambini della sua età.

Fortunatamente in America esistono diversi centri che praticano ossigeno terapia e fisioterapia intensiva che permettono ai bambini come Nicole di curarsi.

La terapia consiste nell’introdurre i pazienti in camera iperbarica, far respirare loro una quantità maggiore di ossigeno e dare quindi la possibilità ai neuroni dormienti di risvegliarsi lentamente.

Dopo aver effettuato un’ora di iperbarica si passa alla fisioterapia, che viene praticata in maniera intensiva 5 giorni alla settimana per circa 2 ore al giorno.

Il centro che noi abbiamo avuto l’onore di conoscere si trova nello Stato di New York si chiama Valley Health & Hyperbarics. Siamo stati lì per sei mesi, dando così alla piccola la possibilità di praticare ben due cicli di terapie.

Nicole è migliorata, noi siamo veramente contenti dei tanti piccoli, ma importantissimi, passi che ha fatto. Ed è proprio per questo motivo che vorremmo tornare in America, per poter dare a nostra figlia la possibilità di migliorare sempre di più.

Purtroppo però queste cure hanno dei costi elevatissimi. Per permettere alla nostra Stella di brillare necessitiamo di € 300.000,00.

I primi due cicli li abbiamo pagati caricandoci di un mutuo. Ora però le nostre risorse economiche sono finite e chiediamo aiuto a

tutti per poter esaudire il sogno di una bellissima bambina che come tutti merita una vita serena.

Aiutateci a far ritrovare la luce a Nicole!!!

Grazie di cuore