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Con “La ragazza Carla” domenica anche Viserba abbraccia Elio, il suo poeta

Elio Pagliarani, viserbese doc, è stato uno dei più grandi poeti del Novecento italiano e uno dei più importanti cittadini di Rimini.
Pur avendo lasciato Viserba per trasferirsi prima a Milano, poi a Roma, Elio non aveva mai reciso il cordone ombelicale con la terra d’origine, tornando sempre per le vacanze estive.
A Viserba, ai suoi luoghi, ai ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza, Pagliarani ha dedicato molti dei suoi versi e buona parte del libro “Pro-memoria a Liarosa”, l’autobiografia pubblicata nel 2011 con Marsilio Editore.
A pochi mesi dalla sua scomparsa il Festival “Assalti al Cuore”, in programma a Rimini dal 6 all’8 luglio, rende omaggio al poeta proponendo una versione inedita del più teatrale dei suoi testi, “La ragazza Carla.
La lettura è affidata a Sonia Bergamasco, attrice allenata alla poesia dalle sue stesse esperienze di scrittura. Ad accompagnarla, il violoncello di Martina Bertoni su musiche originali di Teho Teardo, compositore noto per le sue colonne sonore (Diaz, Il gioiellino, Lavorare con lentezza…) e premiato con il David di Donatello per le musiche del film Il Divo.

L’appuntamento, ad ingresso libero, è per domenica 8 luglio 2012 alle ore 18.15 al Teatro degli Atti (via Cairoli).

Con il patrocinio, fra gli altri, dell’associazione Ippocampo Viserba.

In questo video un servizio sulla Conferenza stampa di presentazione del Festival Assalti al cuore ed. 2012, dove Cristella ha rappresentato l’associazione Ippocampo, intervenendo prima del sindaco, dell’assessore comunale e dell’assessore provinciale. Osta, però! Simone Bruscia for President!

Domenica 8 luglio: omaggio di Rimini a Elio Pagliarani, il poeta di Viserba

ASSALTI AL CUORE #8 – RIMINI, LA LUNA E TU
Domenica 8 luglio 2012. Rimini, Teatro degli Atti. Ore 18,15.
SONIA BERGAMASCO, TEHO TEARDO, MARTINA BERTONI
LA RAGAZZA CARLA di Elio Pagliarani.
Sonia Bergamasco: voce, Musiche originali di Teho Teardo, Martina Bertoni: violoncello.
evento unico – produzione originale Assalti al Cuore a cura di Simone Bruscia, Massimiliano Borelli. Continua a leggere

“Il male curabile”: Cucuzza e il suo libro a Rimini

Michele Cucuzza e il dottor Alberto Ravaioli 1 giugno 2012 - Day Hospital Oncologico di Rimini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un amico dell’Oncologia Riminese. Così si può definire, senza paura di sbagliare, il noto giornalista televisivo Michele Cucuzza, che ieri ha presentato il suo libro “Il male curabile” proprio nei locali del Day Hospital Oncologico inaugurato il giorno prima presso l’Ospedale Infermi.

Cucuzza conosce da tempo il progetto della nuova struttura, avendola visitata anche durante i “lavori in corso” in occasione di precedenti tappe in città.

Il libro, edito da Rizzoli, trasmette speranza già dal titolo e racconta la sfida al tumore di Mauro Ferrari, matematico italiano trapiantato negli Stati Uniti. Una battaglia che prende il via dopo la morte per tumore, ad appena 32 anni di età, della moglie Marialuisa, madre dei suoi tre figli.

Questo momento che nella vita di altri avrebbe segnato la fine, per Ferrari è la partenza per una grande impresa. Lui non è medico, essendo laureato in matematica. Ma dalla morte della moglie si  dedica anima e corpo alla battaglia contro il cancro, che affronta con un approccio assolutamente originale basato sull’applicazione delle nanotecnologie alla medicina. Ghiandole artificiali capaci di rilevare il cancro e somministrare autonomamente il medicinale; nanovaccini che risvegliano il sistema immunitario; diagnosi effettuate attraverso una semplice analisi delle proteine; robot chirurghi e sofisticati manichini-pazienti su cui fare pratica.

Non è fantascienza, ma solo una parte di quanto si sta sperimentando al Methodist Hospital Research Institute di Houston, Texas, diretto da Ferrari, che spiega: “Con la chemioterapia solo una cellula medicinale su 100 mila raggiunge il bersaglio. Noi lanciamo minuscoli missili multistadio simili a quelli usati nei programmi spaziali, carichi di farmaci che centrano solo le cellule tumorali senza disperdere sostanze tossiche nell’organismo”.

In questo appassionato reportage Michele Cucuzza racconta del suo incontro a Houston col professore e la sua équipe di giovani collaboratori provenienti da tutto il mondo. Matematici, chimici, biologi, ingegneri e medici coalizzati nella missione comune di sconfiggere il cancro. Una finestra aperta sul futuro della scienza medica, ma anche su una realtà, quella americana, che punta enormi risorse pubbliche e private sulla ricerca e sull’innovazione. Al contrario di quanto accade nel nostro Paese.”

Proprio su questo aspetto dei finanziamenti per la ricerca e la cura, a Rimini Cucuzza ha elogiato la realtà locale, dove il Day Hospital Oncologico rappresenta un fiore all’occhiello della sanità pubblica, mentre negli Stati Uniti si tratta di realtà private e quindi accessibili a pagamento.

“Sembra di stare in America, non a Rimini: questo è un bellissimo esempio di interazione fra pubblico, privato, banche, aziende – ha detto il giornalista – E, soprattutto, cittadini e i tanti volontari dell’Istituto Oncologico Romagnolo che conosco e vedo qui presenti numerosi.”

Anche Cristella c’era. Che si scusa con Michele per essere uscita prima della conclusione dell’incontro (“per non farsi mancare niente”, c’era un giovane medico, un po’ troppo sincero, che in un ambulatorio a qualche metro di distanza, lì all’Ospedale, l’aspettava per accertamenti urgenti e non prorogabili… Sob!).

“Hai visto, Alberto, che ce l’abbiamo fatta?”

E’ commovente ed emozionante, la testimonianza di Stefano Vitali, presidente della Provincia di Rimini, registrata in questo video.

Stefano è testimonial nel senso vero della parola.

Cristella ha vissuto l’iter della costruzione del nuovo Day Hospital Oncologico dalla prospettiva di semplice volontaria dell‘Istituto Oncologico Romagnolo.
E oggi, con infinito orgoglio, può affermare che…
un mattoncino l’hanno messo su anche Paolo e Cristella, con la “militanza” volontaria vecchia di quasi 20 anni con l’Istituto Oncologico Romagnolo…
Sono queste, le cose importanti per la città e per il nostro futuro.
Grazie a tutti! Dai medici agli operatori, a chi fa ricerca, ai bellissimi amici volontari, a chi si traveste da befana, a chi fa il clown, a Patch Adams (quello vero!), alle psicologhe, a chi organizza eventi, a Vinicio, alla Silvana, l’Atalia, Alberto, eccetera eccetera eccetera.

A chi sponsorizza con 400mila euro, a chi compra un’azalea per 15 euro e a chi ha comprato “Trama e ordito”.
Ma, soprattutto, a chi ci crede…

8 marzo 2012. Ciao, Elio.

L’ultimo saluto alla sua Viserba, in un’afosa mattina di fine agosto 2011, Elio Pagliarani l’ha rivolto col sorriso e le lacrime agli occhi. Le condizioni di salute, già precarie da un paio di anni, si erano improvvisamente aggravate e la moglie Maria Concetta Petrollo (Cetta) aveva deciso di anticipare il ritorno a Roma. Nel salire sull’ambulanza il poeta salutò l’arrivederci di un’amica (Maria) con cenno d’intesa che voleva dire: “Sì, tornerò l’anno prossimo. Aspettami!”

Per il 25 agosto alla Libreria Riminese era stata già organizzata la presentazione della sua autobiografia (“Pro-memoria a Liarosa”) che per 200 pagine ripercorre l’infanzia e la giovinezza in Romagna. Accolta con entusiasmo dall’assessore alla cultura Massimo Pulini, l’iniziativa era sostenuta dalle associazioni Assalti al Cuore e Ippocampo Viserba (in particolare Cristella), ma bisognò annullarla all’ultimo momento.

Elio e Cetta si erano dimostrati felicissimi quando, in spiaggia, Simone Bruscia di Assalti al Cuore, Maria ed io per Ippocampo, li incontrammo per definire i dettagli. Momento emozionante, che ho voluto fissare in questa foto (Simone, Cetta, Elio e Maria al tavolino del Dune Café, sula spiaggia di Marinagrande, il 7 agosto 2011).

 

La vacanza viserbese era ormai un appuntamento fisso di ogni estate e il poeta tornava volentieri nell’appartamento di via Lamarmora, nel condominio costruito negli anni sessanta al posto dell’umile casa dell’infanzia. Ultimamente non più autonomo per gli acciacchi dell’età, lo si incontrava comunque in spiaggia o in piazza al tavolino del bar. Sempre accompagnato da Cetta o da qualche amico. Chi lo riconosceva non mancava di fermarsi per un saluto e una stretta di mano.

 

“Sono rimasti pochi, ormai, gli amici viserbesi coetanei – mi diceva – I più cari se ne sono andati: Quinto Sirotti, Carlo Ardini, Enea Bernardi, Dino Belletti, Mario Pari…” Come racconta nell’autobiografia, quello con Viserba è stato un legame mai spezzato. Se n’era andato all’età di 18 anni, ma anche nella parlata, così caratteristica nel ritmo e nell’inflessione, Elio non aveva mai voluto perdere la riminesità. “Negli anni di Milano e di Roma – mi aveva spiegato Cetta in una delle tante chiacchierate – mio marito ha sempre mantenuto la cadenza romagnola e quando torniamo a Viserba riprende presto a parlare in dialetto. Si ricorda sempre quando, ragazzino, faceva il fattorino per le ville dei ricchi o quando aiutava il babbo carrettiere.”

A conferma di un affetto ricambiato, in queste ore sul profilo Facebook di Cetta giungono molti messaggi da Viserba: “Salutiamo con stima e affetto il nostro grande concittadino.”

 

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