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Il “ragazzo Elio”, da Viserba

Mio articolo pubblicato sul bisettimanale Il Ponte di oggi. L’intervista risale agli inizi di settembre, e ne avevo già fatto cenno in un precedente post.

Elio è uno dei maggiori lirici italiani. I ricordi e il romagnolo.

Pagliarani con la moglie Cetta (a ds, seduta accanto a lui) e l'amica di famiglia Maria

A Viserba può capitare di incontrare un signore dall’aspetto elegante a passeggio con la moglie, seduto al tavolino di un bar o sotto l’ombrellone con un libro in mano. Ma a chi verrebbe in mente che quell’uomo dai capelli bianchi sia uno dei più importanti poeti italiani, esponente di spicco della neo-avanguardia del Novecento? Riservato ma non scontroso, Elio Pagliarani, abituato a platee letterarie di prestigio, ogni anno torna per le vacanze estive nella natìa Viserba, che lasciò all’età di 18 anni per l’avventura milanese.
Trasferitosi a Roma nel 1960 (dove vive tuttora con la moglie Cetta Petrollo, scrittrice e giornalista, nonché direttrice della Biblioteca Vallicelliana), il poeta non ha mai reciso il cordone ombelicale che lo lega alla terra delle origini.
Sorride e si commuove, nel ricordare mamma Pasquina che, Continua a leggere

Il primo dell’anno incontri una donna? Che disgrazia!

A grande richiesta… ecco a voi le antiche usanze romagnole del 31 dicembre e del primo gennaio.
Da notare, nelle ultime righe di questo post, l’origine della poca considerazione per le donne che esiste tuttora.

Vabbè, Buon Anno a tutti. Alle donne in particolare!

Testo tratto da Gianni Quondamatteo e Giuseppe Bellosi, Romagna Civiltà. Vol. I – Cultura contadina e marinara, Grafiche Galeati Imola, 1977.

L’ultimo giorno dell’anno le donne Continua a leggere

Alòura? Ac-sé, veh! Cioè: economia della conversazione alla riminese

Da “La piada nella roccia”, di Paolo Cananzi (1993, Guaraldi ed.)

Il riminese è pigro dal punto di vista semantico; povero dal punto di vista sintattico: ti guarda, ti riconosce e ti dice “ALLORA?”; che vuol dire “Ciao, come stai? La famiglia tutti bene? Il lavoro? Cosa fai, che non ti si vede mai in giro?”

E l’altro, se è riminese anche lui, risponde “COSI’, VEH!”, che alla lettera significa “Sto così, guarda; così come mi vedi. Puoi trarre le tue conclusioni. Sai come va il mondo, la vita è dura per tutti, voglio dire che va tutto bene, ma potrebbe anche andare meglio.”

Le vie di Rimini sono tutte un continuo “Allora?”, “Così, veh!”

E’ ciò che si può definire come “Economia della Conversazione”.

De inutilitate nascondimenti barattolorum Nutellae

nutella

… sed forse mammae etiam Nutella sbafant…

“Ebbene, sì! Facciamoci del male!”

Alla Reggia di Cristella da qualche giorno è riapparso un bicchieribus di Nutella. Anzi, “era” apparso: la Principessa Numero Due, infatti, preoccupata per l’aspetto psicologico dell’acquisto della regina, ha ben pensato di nascondere (chissà dove?) il bicchiere che conteneva ancora una buona metà della gustosa e morbida crema.

Dopo aver inutilmente cercato in tutta la cucina, Cristella ha pensato di tirar fuori il libriccino “Nutella Nutellae” (racconti poliglotti) di Riccardo Cassini (Comix pillole, 1993). Tanto per sorridere un po’…

Nutella omnia divisa est in partes tres. Continua a leggere

Tante donne e due artisti per la mia preziosa coperta

C’era una volta…

Nonna Elisa Tamburinonna elisani, nata alla fine dell’ottocento, che in una casa della campagna riminese tesseva senza sosta al telaio di legno allora presente in ogni famiglia. Ordito di cotone acquistato al mercato, trama di ruvida canapa coltivata nel campo dalla famiglia, macerata nel laghetto del podere, essiccata al sole, battuta e gramolata, pettinata e, finalmente, filata nelle buie sere d’inverno durante le veglie al caldino della stalla.

malvina ragazza

Negli anni Quaranta la nipotina di Elisa, Malvina, ricevette come dote un torsello di quella tela.

Rotolo che rimase in un baule fino a due anni fa, quando Malvina, ormai grande e pure lei diventata nonna di due principesse, lo regalò a sua nuora Cristella.

Pierina, la mamma di Cristella, bravissima a ricamare e a lavorare d’uncinetto, ebbe un’idea: “Perché non ne ricaviamo un bel copriletto?”

mamma che saluta

E si mise subito all’opera: gomitoli di bel filo ritorto color senape si trasformarono presto in strisce a punto filet, che sarebbero diventate gli intermezzi e i bordi del copriletto. Strisce molto semplici, ma non per questo meno preziose.

La stoffa, nel frattempo, prese la strada per Gambettola, cittadina romagnola famosa patria delle stampe a ruggine, metodo antichissimo per abbellire le tele. L’amico Riccardo Pascucci propose a Cristella uno dei decori più attuali, le farfalle di Tonino Guerra, artista dalle mille sfaccettature che da anni collabora attivamente con l’Antica Bottega Pascucci.

tonino guerra farfalle

Il torsello, tagliato in tre strisce della stessa lunghezza, venne così abbellito con alcune farfalle colorate, che in parte riprendevano il colore del lavoro all’uncinetto di mamma Pierina.

Era la primavera del 2007. Pierina si ammalò improvvisamente e le sue mani non poterono più creare i centrini e i ricami come era solita fare. Ebbe però il tempo, sul letto dell’ospedale di Cesenatico, per fare una dolce carezza alle stoffe appena ritirate da Pascucci e portatele appositamente da Cristella per fargliele ammirare. Un orgoglio speciale nello sguardo e nel sorriso stanco.  Orgoglio per quella figlia che, grazie a Dio, apprezzava come lei le cose semplici nate dal grande genio delle persone umili, la bellezza degli oggetti creati dal lavoro delle persone, il valore dell’onesto sacrificio indispensabile ad ottenere qualsiasi cosa.

Era un mercoledì di maggio, di pomeriggio. Continua a leggere