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Scoop sensazionale: Cristella beccata con le mani in pasta

Una cosa ho imparato, in cinque mesi da apprendista blogger: a prenderlo con lo spirito giusto, tutto questo è come un Grande Gioco (reminiscenze scout).

Ancora una volta confesso che mi ci sto divertendo un sacco, con questo giocattolo: i commenti incrociati coi più affezionati corrispondenti on-line, la favola che sarà pubblicata per aiutare Gramos, la ricetta degli strozzapreti su Youtube…

E oggi, ciliegina sulla torta, il gioco Le mani dei blogger, iniziativa ospitata dal blog del Conte.

Tante fotografie, con o senza mouse, di mani più o meno note.

C’è Placida, Nostra Signora del web; c’è Shaindel, la Gnappetta del Venezuela e… c’è infine Cristella, con le sue “mani in pasta”, copiaincollate dalla video-ricetta targata Youtube.

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A questo punto, se ne fossi capace, vorrei farvi ascoltare la bella canzone sulle mani di Edoardo De Crescenzo.

Mi limito a trascriverne il testo.

Bello, vero?

Mani

Se sei un amico ti stringo la mano
se chiedi un aiuto ti tendo la mano
E prendi la mano, e dammi la mano
e prendi la mano, e dammi la mano
Il padre il bambino lo tiene per mano
c’è tutto il destino in un palmo di mano
Le mani, le mani che sanno parlare, che sanno guarire e che sanno pregare
Le mani legate, le mani ferite, le mani, le mani pulite
Le mani, le mani,le mani legate, le mani ferite, le mani pulite
Le mani, le mani,le mani legate, le mani ferite, le mani pulite

Saluti ruffiani baciamo le mani
caliamo i calzoni e in alto le mani
Chi prende il potere allunga le mani
chi sfugge al dovere se ne lava le mani
Le mani, le mani, che sanno tradire, che sanno soffrire e che sanno sbranare
Le mani spietate che danno la fine, le mani, le mani assassine
Le mani, le mani, le mani spietate che danno la fine, le mani assassine
Le mani, le mani, le mani legate le mani ferite, le mani pulite

Apriamo le mani, le mani più avare
che stringono ancora quei 30 denari
Mettiamo le mani, le mani sul cuore
più sono sincere e più danno calore
Le mani, le mani, che sanno di mare, che sanno di terra, che sanno di pane
Battiamo le mani per farci sentire, più forte le mani, le mani
Le mani, le mani, che sanno di mare, che sanno di terra, che sanno di pane
Le mani, le mani, che sanno di mare, che sanno di terra, che sanno di pane
Le mani, le mani, le mani spietate che danno la fine, le mani assassine
Le mani, le mani, le mani spietate che danno la fine, le mani assassine
Le mani, le mani, le mani, le mani

Il clavicembalo di Bach, lo chef e la voltapagine

Per la prima volta, ieri sera, ho ascoltato le note pizzicate del clavicembalo. Per la Sagra Musicale Malatestiana, una delle più interessanti  manifestazioni culturali della mia città, l’appuntamento era  a Castel Sismondo, in una delle sale al piano superiore della fortezza costruita nel XV secolo da  Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Il programma mi incuriosiva perché alle musiche di Bach, eseguite dal gruppo bolognese Cappella Augustana, era abbinata una non meglio definita performance culinaria dello chef Cesare Marretti. Sì, proprio lui, il fantasioso cuoco con cui ho fatto coppia alla trasmissione di Antonella Clerici La prova del cuoco e che in mio onore aveva battezzato la ricetta presentata in quell’occasione Strozzapreti di Cristella”.
Mentre dal palco le note di Bach incominciavano a creare l’atmosfera attraverso il clavicembalo di Matteo Messori e degli altri solisti del suo gruppo, un grande schermo mostrava i gesti di Cesare.
Mani di chef in bianco/nero. Strumenti pure loro. Dieci dita aggiuntive che hanno concertato insieme a violini, flauto, violoncello e clavicembalo, offrendo stimoli sensoriali diversi dalla musica (ma non non per questo fuori posto).
Dita che raccoglievano, bagnandosi col dolce succo, pezzi di frutta appena tagliata immersa in una grande ciotola. Dita che strizzavano limoni, stimolando automaticamente le papille gustative degli spettatori. Dita che, roteando con maestria l’apposita frusta, montavano una morbida e candida panna dove ciascuno avrebbe voluto tuffarsi…
Esperienza nuova, dunque, vissuta dalla poltroncina della platea con tutti i sensi accesi. Gratificati al termine, quando, fra gli applausi, lo chef ha offerto agli spettatori una coppa della sua “Mousse di Cesare Marretti”.
“Esecuzione unica – ha specificato Cesare all’amica Cristella – questa ricetta era solo per Bach e per questo concerto di Rimini.”
Come Paganini. Marretti… non ripete.
A parte l’aspetto gastronomico, sia chiaro che la serata è riuscita anche grazie all’esecuzione dei musicisti, che hanno meritato i lunghi applausi del pubblico.
Dalla mia postazione in terza fila ad un certo punto ho vissuto un momento magico: vedevo il violoncellista e il clavicembalista, esattamente di fronte a me, come incorniciati dalle sagome di chi mi era seduto davanti, assecondare col dondolio del corpo il ritmo della musica che stavano eseguendo, quasi rapiti. Ogni tanto, come un’apparizione: la voltapagine, tutta presa nel suo compito. Illuminato dalla luce giusta, sullo sfondo del nudo muro di mattoni di Castel Sismondo, il suo bel volto di Madonna colorava la scena, come un dipinto d’artista…

Romagna mia, casetta mia… Il liscio di Casadei

Mi comunica Riccarda Casadei, figlia di Secondo Casadei, che domani 5 agosto alle ore 23,30, su Raiuno andrà in onda uno Speciale Tg1 dal titolo Il popolo del liscio. Un reportage sul mondo del ballo in Romagna, delle orchestre e di tutta la gente che ama questo genere.
Riccarda è una signora amabile, che ho conosciuto di persona quando al Museo della Città di Rimini venne celebrato con una mostra il 50° anniversario di Romagna mia, la canzone che fece conoscere suo padre come Il re del liscio. Ci siamo poi incontrate ancora. L’ultima volta a San Mauro Pascoli per la presentazione del libro di Franca Fabbri, di cui ho già scritto.
Oltre ad una sorta di sorellanza dovuta all’amore per dialetto e tradizione romagnola, che definirei “storica”, con Riccarda mi lega anche un dato “geografico”: la casa di Gatteo a Mare dove ho vissuto fino al matrimonio e dove tuttora abita la mia famiglia, è a pochi metri da quella per cui Romagna mia venne scritta.
C’è ancora: all’inizio di via Primo Maggio, nei pressi della stazione ferroviaria, la “Casetta mia” di Secondo Casadei, circondata da un parco-giardino, attira i curiosi perché all’ingresso sono riportati i primi versi della nota canzone.
Casetta mia, casetta in fiore, tu sei la stella, tu sei l’amore…” Sì, il primo testo presentato dal babbone di Riccarda non era dedicato ad una regione, ma soltanto al piccolo rifugio vacanziero che la famiglia Casadei aveva a Gatteo a Mare, frazione consorella di Sant’Angelo, il paese d’origine di Secondo.
Il responsabile della casa discografica a cui Casadei si presentò, suggerì il nuovo titolo. Per ragioni di marketing, diremmo oggi. Niente di più azzeccato, visto che Romagna mia risulta essere fra le quattro canzoni più suonate nel mondo!

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Aspettando la Notte Rosa

Tutto pronto, addobbato, infiocchettato, rosato…

Ovunque si vada, qui a Viserba, a Rimini Centro, da Cattolica a Cesenatico, Milano Marittima e anche oltre, da un paio di giorni si è sommersi e frastornati dal colore rosa. Fino all’alba di domani qui in Riviera è come a Capodanno: una miriade di incontri, iniziative, spettacoli, scenografie rosa.

Fa caldo, il cielo è sereno. Le premesse per una buona riuscita ci sono. Immagino le notti (in bianco) di Andrea Gnassi, il giovane assessore al Turismo della Provincia, nonché ideatore/mamma della Notte Rosa, nella preoccupazione che il maltempo rovinasse tutto…

Un programma così ampio e vario da rendere difficile la scelta…

A Viserba andrò a curiosare il “dietro le quinte” dell’allestimento dei fuochi d’artificio di Scarpato – coordinatore di tutto lo spettacolo pirotecnico – che a mezzanotte darà l’ok, via radio, ai colleghi dislocati su tutte le spiagge. Vorrei trovarmi a volare sopra l’Adriatico, in quel momento, per godermi lo spettacolo. Un’idea potrebbe essere recarsi sul Colle di Covignano, dove nel chiostro del Santuario delle Grazie canterà il Gruppo Corale Laura Benizzi diretto dal maestro Ceccarelli, che già conosco e che garantisce una serata di piacevolissimo ascolto. Covignano è un balcone naturale sulla Romagna per il meraviglioso panorama. Pure da lì lo spettacolo pirotecnico non dovrebbe deludere…

Diverse iniziative, oggi e ieri, sono invece una sorta di prologo alla Notte Rosa. Alle 19 di stasera al Museo Fellini si inaugura una mostra fotografica dedicata al Maestro a cui non voglio mancare.

Ieri, invece, al Caffé delle Rose, a due passi dal Grand Hotel, c’è stata l’anteprima del Premio in Casalinghità Maschile ideato dalla Presidenza della Provincia di Rimini e dall’Ufficio per le Pari Opportunità, che sarà attribuito l’anno prossimo, sempre in occasione della Notte Rosa.

Un’iniziativa decisamente interessante, a cui purtroppo molti dei maschi che conosco non potranno partecipare (a meno di un ravvedimento repentino, in tempo utile per imparare e mettere in pratica i principi basilari di una rispettosa e collaborativa suddivisione di ruoli nella gestione pratica e quotidiana della vita familiare…). Sì, perché il bando di concorso prevede, dopo la segnalazione che dovrà avvenire ad opera di almeno due donne  “consanguineee o di antica frequentazione”, alcune prove pratiche sul web e dal vivo. 

Il presidente della Provincia Ferdinando Fabbri (casalingo solo in parte, avendo ammesso con fierezza “certo che cucino! Quando mia moglie non c’è…”) ieri ha ufficialmente nominato il comico Dario Vergassola come presidente onorario della Giuria del Premio. Al momento della sua prolusione finale, durante la Notte Rosa 2008, Vergassola deciderà se conferire la lode all’Homo domesticus et evolutus qualora egli “sappia aggiungere alle abilità domestiche e alla condivisione organizzativa della casa l’impagabile dote dell’autoironia”.

Ne vedremo delle belle! Anzi, dei belli….

Due personaggi riminesi

La favola di Cristella-giornalista, come raccontato in diverse parti del sito, ha avuto inizio nel luglio del 1996. In questi undici anni ho avuto modo di intervistare numerosi personaggi. Anche diversi Vip, come si usa definire chi appare più spesso di altri sulle pagine dei giornali o ci parla attraverso gli schermi televisivi o cinematografici.

Di persone note a livello mondiale ricordo gli incontri con Dario Fo. Uno in particolare – una sera d’estate a Cesenatico sul Lungocanale – quando una ragazzina, riconoscendo il premio Nobel che passeggiava con me e mio marito, ci ha fermati e, tremando dall’emozione, rossa in viso, ci ha chiesto: “Ma è proprio lui?”

Nell’elenco ci sono anche tanti riminesi. Conosciuti inizialmente per inchieste ed interviste, con quasi tutti ho instaurato rapporti di amicizia. Affetto e rispetto (che penso reciproci) che durano tuttora.

Oggi presento due di loro.

Guido Lucchini, commediografo dialettale, è un riminese Doc (“della Barafonda!” preciserebbe subito) ed è uno dei più prolifici e rappresentati autori di teatro romagnolo. E’ anche poeta. Durante la prima intervista, nel lontano 1997 per la televisione di San Marino, mi incantò con “Vècia paranenza”, una poesia che… odora di mamma. (“… Udòr ad cafelat/udor ad burdèl int la faldéda...”).

Alfredo Speranza, noto pianista e compositore uruguayo, è invece un riminese “ad honorem”, avendo ottenuto la cittadinanza onoraria nel 1999. Dopo la prima intervista, che ricordo ancora per l’atmosfera coinvolgente che si era creata, l’ho sempre seguito nelle numerose manifestazioni che organizza per far conoscere sempre di più la musica di qualità.

Guido Lucchini e Alfredo Speranza, in Romagna e dintorni, sono raccontati attraverso due degli articoli che ho dedicato a loro.