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Ordine pubblico: quando a Rimini c’erano i custodes dozenarum

fontanaPuò capitare di prendere in mano un antico volume contenente la trascrizione degli Statuti Comunali riminesi, risalenti al Medioevo, e, oltre che imparare la storia della città, divertirsi alquanto nel notare molte somiglianze con l’attualità.

Un esempio? Il capitolo XII del Libro Quarto, che si intitola “De pena illorum fecerint putredinem in scalis palatii Communis vel sub palatio” (Pena per chi farà sporcizia sulle scale o davanti al palazzo del Comune).

Il luogo di cui si parla (la piazza del Comune, oggi piazza Cavour) è anche oggi frequentato da numerosi ospiti (terrigeni e forensis) che spesso e volentieri lasciano dietro di sé sporcizia e… defezioni urinarie. Specialmente nelle ore notturne, essendo la piazza e la zona circostante, con i tanti locali e le famose cantinette, la meta preferita della “movida” riminese.

Ma sentite un po’ cosa succedeva ai custodes dozenarum se non avessero denunciato o catturato i trasgressori alle norme… Della serie: ecco, da dove nascono i gavettoni di ferragosto!  Continua a leggere

Intavanata

Oggi, causa raffreddorone, Cristella è piuttosto intavanata.

Non pensate male, cari concittadini riminesi, perché il riferimento è al senso “cesenate” del termine, che  il caro Dizionario Romagnolo Ragionato di Gianni Quondamatteo segnala come “intontito”, specificando – ahimè! – “anche negli anni”.

Peggio sarebbe stato il senso più riminese, che il Quondamatteo traduce con “avvinazzato, abbruttito nel bere, alquanto allegro pel vino bevuto”.

In ogni caso, se qualcuno volesse “intavanarsi” riminesamente, domenica prossima da queste parti c’è un’occasione decisamente interessante: l’arrivo del vino novello francese a Igea Marina. Continua a leggere

Dietro le quinte: fra lungomare e cabine

Le suggestioni della spiaggia d’autunno sono anche queste.

Barcaal71

Il retro della fila di alberghi e ville posti fra il lungomare e le cabine dei bagnini riserva delle sorprese. Sembra quasi un sipario di teatro (un “dietro le quinte”, ad essere precisi).

In questa grigia mattinata di novembre, solitaria ad ammirare un mare calmo e ad ascoltare il tranquillo sciabordio dell’Adriatico sulla battigia, Cristella ha fissato con la sua macchinetta fotografica il pittoresco  “parcheggio invernale della barca del 71”. Chi è di Viserba sa a cosa ci si riferisce.

Una domanda sorge spontanea: il palazzo è stato dipinto per fare pendant con la chiglia della barca?

O il contrario?

Ah, che dilemmi filosofici, oggi!

Av salùt ma tòt!

De inutilitate nascondimenti barattolorum Nutellae

nutella

… sed forse mammae etiam Nutella sbafant…

“Ebbene, sì! Facciamoci del male!”

Alla Reggia di Cristella da qualche giorno è riapparso un bicchieribus di Nutella. Anzi, “era” apparso: la Principessa Numero Due, infatti, preoccupata per l’aspetto psicologico dell’acquisto della regina, ha ben pensato di nascondere (chissà dove?) il bicchiere che conteneva ancora una buona metà della gustosa e morbida crema.

Dopo aver inutilmente cercato in tutta la cucina, Cristella ha pensato di tirar fuori il libriccino “Nutella Nutellae” (racconti poliglotti) di Riccardo Cassini (Comix pillole, 1993). Tanto per sorridere un po’…

Nutella omnia divisa est in partes tres. Continua a leggere

Perinboconto

Perinboconto. Cioè, “p’rin bu còunt“.

Oggi, parlando con un collega, mi è venuto spontaneo concludere una discussione con “perinboconto!”

Sul momento lui non ha capito. Poi, dopo la mia spiegazione (che dalle parti dove sono nata e la cui lingua madre è rimasta dentro – Cesenatico o giù di lì – si dice, appunto “p’rin bu còunt” quando si vuole rafforzare alcuni concetti), lui ha ricordato che talvolta usa, allo stesso modo, “bù còunt“.

In italiano la frase che si avvicina di più è “ad ogni buon conto”…

Ma “perinboconto” ha una sfumatura di significato leggermente diversa…

Sono curiosa: come si dice da voi?