Archivi categoria: Parole in Libertà

I biscotti del pescatore

Hmm, che buoni!

Mentre dalla cucina continua ad arrivare il profumino, mi rilasso un po’ al pc per fare un regalo alla mia amica blogger Danda e al suo compagno Paolo.

biscotti 010

A dire il vero Danda mi ha direttamente chiamata in causa, su Facebook, perché stava ricercando la ricetta dei biscotti del pescatore. Onorata della fiducia nelle mie capacità culinarie… Ma questa volta, no, proprio non sapevo come aiutarla. Però, come sa bene chi mi conosce, la curiosità non mi manca. E scoprire cose nuove è sempre una bella sfida.

Dunque, l’antefatto: Danda ha comprato i biscotti del pescatore al Vecchio Panificio di Viserba, lo stesso dove vado io. Una sua amica li ha apprezzati e, attraverso Facebook, le chiede come poterli fare in casa. “Domando a Cristella, che sarà mai?”

E Cristella va, compra i biscotti, sbircia il cartellino con gli ingredienti e chiede “ma perché si chiamano così?”.

La risposta, gentile ed esauriente: “Del pescatore perché si conservano a lungo ed erano adatti da portare in mare, quando si stava fuori molti giorni”. Cercando in rete, non ho trovato riferimenti diretti alla Romagna. Piuttosto a diverse zone delle Marche e della Toscana (biscotti del pescatore o pan del pescatore).

In ogni caso, dal libro di Pellegrino Artusi ho preso ispirazione nella ricetta n. 569 (Biscotti croccanti II), che mi sembrava la più vicina a quella del panificio. Quest’ultima prevede l’uso della margarina, che io ho sostituito col burro. Comunque, giuro che mi sono venuti buonissimi. E per chi non ci credesse, ora metto ricetta e fotografie. Ah, scusate: domani ricomincio a lavorare in ufficio. Mi sa che andrò a riposarmi, dopo queste due settimane in casa a cucinare e pulire (ieri e oggi ho persino imbiancato una stanza, mai fatto prima!).

Buon appetito con i “biscotti del pescatore per Danda”. Continua a leggere

Porta la sporta

Due elementi dell’effetto ferie: il primo è che Cristella fa la spesa slow (non quella di corsa al supermercato) tutti i  giorni invece che solo al sabato; il secondo è che durante questi acquisti, che comprendono una fermata dal panettiere, una dal fruttivendolo, una dal macellaio/salumiere e una in pescheria, si fa collezione di sacchetti di carta e di plastica.

porta la sporta

Ci sono giorni che porto a casa cinque borsine di plastica e sette sacchettini di carta. Che fine fanno questi contenitori? Tutti in uno sportello della cucina, accuratamente ripiegati, in attesa di un riutilizzo. Di solito finiscono nel bidone, per raccogliere la spazzatura indifferenziata. Per i sacchetti di carta il destino è fare da base per alcuni lavoretti in cucina, come l’impanatura delle cotolette o qualcosa del genere.

Ma però che spreco!

In questi giorni di ritmi tranquilli ho provato ad andare a fare la spesa portando con me i sacchetti già usati. I negozianti hanno già capito: quando dico “no, la borsa non mi serve”, mi guardano un po’ sorpresi e mi rispondono subito “grazie!”. E poi ci sono anche delle belle borse di tela, tra l’altro molto belle e resistenti.

Non è per i 10 centesimi del costo: il gesto ha un valore ben più grande.

Allora, perché non lanciamo anche a Rimini la campagna “Porta la sporta”?

Ecco cos’ho trovato nel sito dell’iniziativa. Continua a leggere

Mi manca la gazòja

In ferie da una settimana, senza muoversi da Viserba, succede che la vita di Cristella segua ritmi diversi dal solito.  Più lenti, meno ansiosi, strani.

Senza principesse la vita da regina è abbastanza tranquilla: qualche faccenda in più in casa, la spesa senza l’assillo dell’orologio (come se fosse sempre sabato), pranzo e cena slow, i preparativi per il matrimonio di un nipote…

Insomma, a sera Cristella si accorge che – a parte “vorrei il giornale”, “un caffè macchiato, per favore”, “sei panini ai cereali” –  ed escludendo il re consorte, non ha scambiato tante parole col resto del mondo.

La verità è che c’è già la nostalgia dell’open space dell’ufficio, con le colleghe giovani che chiacchierano, propongono, chiedono, ridono. Un po’ di nostalgia pure degli utenti, delle loro domande impossibili  e improbabili (“come si fa a gestire un pozzo petrolifero in Dubai?”), delle richieste legittime a cui si vorrebbe rispondere immediatamente con una bella proposta di lavoro, delle telefonate da Napoli e dalla Sicilia (“Signò, ma se io mi trasferisco lì da voi,  poi me lo date il lavoro e la casa popolare?”).

In parole povere, Cristella ha voglia di gazòja...

“E cosa sarà mai la gazòja?”, diranno i non romagnoli.

Ecco cosa scrive il solito Quondamatteo. Continua a leggere

E’ stagione di fichi

Da ieri Cristella è in ferie dal suo ufficio.

Come accade ogni volta, si tira su le maniche e, almeno i primi due-tre giorni, li passa a spazzolare, pulire, spostare e… cucinare. Tutte azioni che durante il resto dell’anno vengono effettuate con più fretta, vuoi per mancanza di tempo, vuoi per mancanza di voglia.

Ieri pomeriggio, insieme alla sorella Teresa, una capatina in campagna a raccogliere chili e chili di fichi che si offrivano abbondanti e succosi da alcune piante di proprietà di un amico.

Come sarà passata, quindi, la giornata di oggi (sia per Cristella, sia per Teresa? Semplice: a cucinar marmellate e confetture. Continua a leggere

Gli intraducibili: l’è na ligéra

“Se lo dici ad un ragazzino, a un burdèl, nulla di grave. Ma se è riferito ad un adulto…”

Questo il discorso che ieri – mediato dalla voce e dal cuore della moglie Cetta – m’ha fatto il grande poeta Elio Pagliarani durante una piacevolissima intervista sulle sue origini viserbesi e sul legame mai spezzato con la terra romagnola. Continua a leggere