LA NAIVA (di Raffello Baldini) parte II
Vérs mezanòta, quant i è scap de cino,
u n s’è sintì caminé. Chi burdéll
i è rivàt te cafè, a bòssla vérta, Continua a leggere
LA NAIVA (di Raffello Baldini) parte II
Vérs mezanòta, quant i è scap de cino,
u n s’è sintì caminé. Chi burdéll
i è rivàt te cafè, a bòssla vérta, Continua a leggere
La nàiva (di Raffaello Baldini)
Pu l’à vòlt carnaséin, e l’è stè nàiva,
te préim dal fròffli grandi
cmè di straz, mòli fràidi, sbandunèdi, Continua a leggere
Proverbi e modi di dire che in pochi ormai ricordano, frasi rimate, frutto di saggezza popolare e antica, che scandivano stagioni di vita e ritmi di lavoro, che indicavano persone e situazioni. L’ispirazione veniva da tutte le attività, con preferenza per le quotidiane.
Innumerevoli i modi di dire romagnoli che hanno per soggetto la vigna, che fino a qualche decennio fa rappresentava, insieme al frumento, la coltura fondamentale. Forse perché, molto semplicemente, la gioia del contadino era “gran garnid e vida in fior” (grano in spiga e vite in fiore), che significavano pane e vino assicurati.
Il contadino “cervello fine”, si sa, non dava tanta importanza alle apparenze, sicuro che… “bèla vegna e poca uva” (bella vigna e poca uva).
San Martino e san Giovese: loro sì, che se ne intendono!
La coltivazione della pianta, la vendemmia, la svinatura e tutte le altre attività ad esse legate erano regolate dall’avvicendarsi delle stagioni, secondo un calendario affollato di Santi, ma anche da numerose superstizioni.
L’uva inchev d’maz l’ha da fiurì Continua a leggere
La villa c’è ancora. Esternamente è proprio così com’era negli anni Trenta e come la descrive il poeta viserbese Elio Pagliarani: rivestita di mattoncini, il terrazzo che confina con la strada, un giardinetto con erba secca.
Si trova all’angolo fra via Lamarmora e via Boito.
Pare abitata solo in estate, probabilmente data in affitto a turisti… Continua a leggere
Ai riminesi prima che ai turisti. Glauco Cosmi in una sua poesia pubblicata nel 1995 nel volumetto “A vòj ragnè se mand”‘ suggerisce una visita al monumento che il mondo ci invidia e che conosciamo così poco, il Tempio Malatestiano. D’estate e all’alba, però, verso le cinque: andèl a véda!
E’ dom
Se chèld d’sta nòta mè a n’ò mai durmì.
T’un bagn ‘sudòr, forza ad prilèm te lèt
ò fat una fadìga da murì.
Al quatre ò zés la luce e pu a m sò alzè Continua a leggere