Archivi categoria: Poesia

Ecco l’oggetto misterioso di due post fa

12 novembre 2010: missione speciale dell’Associazione Ippocampo a San Martino in Riparotta

Della serie: quando succede qualcosa che tocca cultura e storia del nostro territorio… noi ci siamo!

C’era una volta… – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori.

No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.

Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.

Non so come andasse, ma il fatto è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname…

E’ iniziata così, lo scorso 12 novembre, la presentazione poetico-musicale che s’è tenuta al teatrino parrocchiale di San Martino in Riparotta, piccolo gruppo di case poco distante da Viserba.

L’incipit del celebre libro di Collodi ha introdotto gli spettatori nella giusta atmosfera, quella adatta a raccontare “Il canto del tempo”, ovvero l’incredibile storia dell’orologio di Talacia. Una vicenda che meriterebbe un film.

La voce era quella di Liana Mussoni, bravissima nelle vesti di attrice e di cantante, accompagnata dagli strumenti (fisarmonica e altro) di Tiziano Paganelli. Graditissimi anche gli intermezzi di Marco Bianchini, che ha declamato alcune poesie di Raffaello Baldini, il grande santarcangiolese che sul tempo ha scritto alcuni dei suoi versi più belli (“D’al vòlti”, “C’ora c’l’è?”, “L’arlòz”).

Ma perché la bottega del vecchio falegname della favola si adatta così bene alla storia vera che ha avuto come scenario proprio il piccolo borgo di San Martino in Riparotta?

Curiosi, vero?

Innanzitutto, il protagonista: un Geppetto che parlava romagnolo. Continua a leggere

31 ottobre 1993: il marinaretto di Federico Fellini

Una visita alla tomba di Federico Fellini nell’anniversario della sua morte, al Cimitero di Rimini, mi ha ispirato un racconto dove cronaca e fantasia si intrecciano… E se fosse andata proprio così?

La pallina verde del marinaretto

Nel corridoio del terzo piano la moquette rossa attutiva il rumore dei passi dei clienti e del personale.
La penombra dell’ambiente, in quell’afoso pomeriggio d’agosto, suggeriva un’idea di fresco, che però non corrispondeva del tutto alla sensazione reale.
Era l’ora della pennichella. Continua a leggere

La tratta di Viserba: oggi pranzo con pesci a chilometro zero

In questi giorni sulle spiagge riminesi si sta rievocando la tratta, una forma di pesca in disuso da decenni, ma che caratterizzava il nostro litorale. Grazie ad una speciale autorizzazione della Capitaneria di Porto la Pro Loco Ghetto Turco di Rimini, con l’aiuto di alcuni pescatori esponenti storici della marineria viserbese, butteranno la lunga rete in quattro “calate”: due sulla costa nord della città, due nella zona sud (ieri, sabato 4 settembre, erano a Viserba, sulla spiaggia dei bagni 37-38; oggi, domenica 5 settembre, faranno il bis a Viserbella al bagno 40, alle 16.30; venerdì 10 a Miramare, bagni 139-140; sabato 11 a Marebello, bagni 99-100).

“La tratta – scrivono Gianni Quondamatteo e Giuseppe Bellosi nel libro ‘Romagna Civiltà’ (Grafiche Galeati, 1977) – era un’antica forma di pesca che si esercitava nei bassi fondali sabbiosi, lungo le spiagge adriatiche, in primavera, autunno e in parte anche d’estate. Le ore migliori erano quelle dell’alba e della prima mattinata. Il pesce, spesso molto abbondante, variava da stagione a stagione. In primavera si catturavano seppie, cefali, corvine, canaròl (triglie femmine rigonfie d’uova), branzini, ed infine cianchetti, paganelli, pignoletti, gamberi, pesci-ragni, qualche anguilla, rombi e soasi. I mesi estivi vedevano la scomparsa delle seppie, mentre aumentava il pesce turchino, in particolare modo i sardoni. Erano molto apprezzati, e richiesti in pescheria, “i sardun d’la trata”. Le aguglie apparivano in grandi quantità nei mesi autunnali. Per quanto concerne Rimini, i luoghi più pescosi erano nel tratto tra il molo di levante e la zona prospiciente Piazza Tripoli, e in particolare modo “sòta la Palèda”, “t’la bàca dl’Eusa” e “in faza la Cisa nova”. Le ultime tratte più note: quelle di Berto ad Ragnoun (un Conti di Rivabella), Guerino de Dievul (Guerrino Bianchi) della Barafonda, E’ Nir di Viserbella, Bagaròz (Ricci), Albinéin e Gesaroli.”

Per rievocare suoni, luci e colori della tratta, vale la pena andare a rileggersi la poesia del poeta viserbese Elio Pagliarani: “A tratta si tirano“, dal poemetto “La ballata di Rudi”.

Intanto, Cristella, spettatrice in duplice versione (per il Resto del Carlino e per l’associazione L’Ippocampo Viserba) oggi pranzerà con cefali arrosto del mare davanti a casa sua: decisamente freschi, meno che “a chilometro zero”, gentilmente offerti da Bertino Astolfi, Roberto Biagini, Rolando e gli altri pescatori che hanno organizzato l’evento.

Un Ippocampo da applausi… (la modestia è il nostro forte!)

Qualcosa di diverso, per la piazza di Viserba: l’evento-spettacolo sul filo rosso della storia locale organizzato sabato scorso dall’associazione “L’Ippocampo Viserba”  in collaborazione col Comitato Turistico ha registrato il “tutto esaurito”.

Sabato sera sono andati in scena ricordi, immagini e racconti delle diverse epoche che ha vissuto la cittadina, dalle prime ville costruite dai signori attirati dalla ricchezza delle acque, ai fasti della Belle Epoque, coi ricchi villeggianti che scendevano in spiaggia con la servitù al seguito. E ancora: i numerosi locali da ballo, i mestieri legati alla spiaggia e al mare, l’evoluzione della moda dei costumi da bagno, le canzoni che imperversavano a quei tempi.

“Siamo molto soddisfatti della riuscita dell’evento – ha detto il presidente dell’associazione Pierluigi Sammarini – Gli applausi del pubblico, composto da concittadini e turisti affezionati, confermano che l’attività del nostro ‘laboratorio urbano della memoria’ è utile e apprezzata. Ringrazio per il grande lavoro volontario tutti i soci e coloro che hanno contribuito, in varia maniera, alla buona riuscita della serata: i musicisti Augusta Sammarini e Anacleto Gambarara, il cantante Sauro Bertozzi, il poeta e scrittore Michelangelo Coviello che ha letto una poesia del suo e nostro amico Elio Pagliarani, il grande showman Vittorio Corcelli, l’aviatore e scultore Bruno Militi, il pittore Fernando Gualtieri e la signora Yvette, il giornalista e storico Manlio Masini, il Museo delle Piccola Marineria di Viserbella, il presidente e i collaboratori del Comitato Turistico. Ricordo a tutti che L’Ippocampo continuerà, fino alla fine di agosto, ad essere presente in piazza Pascoli ogni martedì sera nell’ambito del mercatino dell’artigianato e che molto del materiale raccolto è consultabile nel nostro blog e nel sito (www.ippocampoviserba.it).”

Viserba, la piazza, la memoria: Cristella e gli ippocampini

Sabato 7 agosto alle 21.30, in piazza Pascoli, il Comitato Turistico e l’associazione “L’Ippocampo Viserba – Laboratorio Urbano della Memoria” proporranno una serata di spettacolo intitolata “Viserba si racconta. Immagini e storia della Viserba di un tempo”. 

Un “C’era una volta” dedicato ai turisti più affezionati, ma anche ai concittadini: quasi un talk show di casa nostra.

Intervallati da momenti musicali, si alterneranno storie, letture di poesie, proiezioni di video e di immagini, rievocazioni di mestieri caratteristici, interviste a personaggi significativi e ricordi di concittadini famosi.

Sul palco della piazza centrale del paese andrà in onda Viserba e la sua gente. Il passato e il presente, fra leggende (come quella delle sabbie mobili del Surcion tratta dagli scritti del professor Enea Bernardi, che sarà letta da tale Cristella), poesia (con la presenza del famoso poeta Elio Pagliarani), arte e tanto altro. Non mancheranno alcuni invitati di prestigio, che saranno una sorpresa sia per i villeggianti che per i residenti.

Prossimamente, su questo schermo, il resoconto della serata, sperando che Cristella e gli altri ippocampini non vadano in panico di fronte alla platea… la piazza di Viserba in agosto (diverse età, provenienze e “sensibilità”)…  è un salto nel buio, un  vero azzardo!

Intanto, per chi fosse curioso:, ecco qui di seguito la storia delle origini de L’Ippocampo Viserba. Materiali e aggiornamenti nel blog e nel sito dell’associazione Continua a leggere