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Invéci da fè la caza e’ déva dri mal pavaiòti…

Povero gatto! Liseo l’ha tenuto tre giorni senza mangiare per fargli sentire la cattiveria della fame e lui, ingrato, corre dietro alle farfalle….

Questa è la filosofia di Tonino Guerra.

(da “L’ort ad Liséo”” Maggioli Editore, 1989)

Zògn

L’à pas e’ màis ad zògn

sla sapa tal mèni e si òcc ch’i guardèva i fasulòin

e i pumidòr ch’i avnéva so mal cani. Continua a leggere

“Il male curabile”: Cucuzza e il suo libro a Rimini

Michele Cucuzza e il dottor Alberto Ravaioli 1 giugno 2012 - Day Hospital Oncologico di Rimini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un amico dell’Oncologia Riminese. Così si può definire, senza paura di sbagliare, il noto giornalista televisivo Michele Cucuzza, che ieri ha presentato il suo libro “Il male curabile” proprio nei locali del Day Hospital Oncologico inaugurato il giorno prima presso l’Ospedale Infermi.

Cucuzza conosce da tempo il progetto della nuova struttura, avendola visitata anche durante i “lavori in corso” in occasione di precedenti tappe in città.

Il libro, edito da Rizzoli, trasmette speranza già dal titolo e racconta la sfida al tumore di Mauro Ferrari, matematico italiano trapiantato negli Stati Uniti. Una battaglia che prende il via dopo la morte per tumore, ad appena 32 anni di età, della moglie Marialuisa, madre dei suoi tre figli.

Questo momento che nella vita di altri avrebbe segnato la fine, per Ferrari è la partenza per una grande impresa. Lui non è medico, essendo laureato in matematica. Ma dalla morte della moglie si  dedica anima e corpo alla battaglia contro il cancro, che affronta con un approccio assolutamente originale basato sull’applicazione delle nanotecnologie alla medicina. Ghiandole artificiali capaci di rilevare il cancro e somministrare autonomamente il medicinale; nanovaccini che risvegliano il sistema immunitario; diagnosi effettuate attraverso una semplice analisi delle proteine; robot chirurghi e sofisticati manichini-pazienti su cui fare pratica.

Non è fantascienza, ma solo una parte di quanto si sta sperimentando al Methodist Hospital Research Institute di Houston, Texas, diretto da Ferrari, che spiega: “Con la chemioterapia solo una cellula medicinale su 100 mila raggiunge il bersaglio. Noi lanciamo minuscoli missili multistadio simili a quelli usati nei programmi spaziali, carichi di farmaci che centrano solo le cellule tumorali senza disperdere sostanze tossiche nell’organismo”.

In questo appassionato reportage Michele Cucuzza racconta del suo incontro a Houston col professore e la sua équipe di giovani collaboratori provenienti da tutto il mondo. Matematici, chimici, biologi, ingegneri e medici coalizzati nella missione comune di sconfiggere il cancro. Una finestra aperta sul futuro della scienza medica, ma anche su una realtà, quella americana, che punta enormi risorse pubbliche e private sulla ricerca e sull’innovazione. Al contrario di quanto accade nel nostro Paese.”

Proprio su questo aspetto dei finanziamenti per la ricerca e la cura, a Rimini Cucuzza ha elogiato la realtà locale, dove il Day Hospital Oncologico rappresenta un fiore all’occhiello della sanità pubblica, mentre negli Stati Uniti si tratta di realtà private e quindi accessibili a pagamento.

“Sembra di stare in America, non a Rimini: questo è un bellissimo esempio di interazione fra pubblico, privato, banche, aziende – ha detto il giornalista – E, soprattutto, cittadini e i tanti volontari dell’Istituto Oncologico Romagnolo che conosco e vedo qui presenti numerosi.”

Anche Cristella c’era. Che si scusa con Michele per essere uscita prima della conclusione dell’incontro (“per non farsi mancare niente”, c’era un giovane medico, un po’ troppo sincero, che in un ambulatorio a qualche metro di distanza, lì all’Ospedale, l’aspettava per accertamenti urgenti e non prorogabili… Sob!).

“Hai visto, Alberto, che ce l’abbiamo fatta?”

E’ commovente ed emozionante, la testimonianza di Stefano Vitali, presidente della Provincia di Rimini, registrata in questo video.

Stefano è testimonial nel senso vero della parola.

Cristella ha vissuto l’iter della costruzione del nuovo Day Hospital Oncologico dalla prospettiva di semplice volontaria dell‘Istituto Oncologico Romagnolo.
E oggi, con infinito orgoglio, può affermare che…
un mattoncino l’hanno messo su anche Paolo e Cristella, con la “militanza” volontaria vecchia di quasi 20 anni con l’Istituto Oncologico Romagnolo…
Sono queste, le cose importanti per la città e per il nostro futuro.
Grazie a tutti! Dai medici agli operatori, a chi fa ricerca, ai bellissimi amici volontari, a chi si traveste da befana, a chi fa il clown, a Patch Adams (quello vero!), alle psicologhe, a chi organizza eventi, a Vinicio, alla Silvana, l’Atalia, Alberto, eccetera eccetera eccetera.

A chi sponsorizza con 400mila euro, a chi compra un’azalea per 15 euro e a chi ha comprato “Trama e ordito”.
Ma, soprattutto, a chi ci crede…

Bona, la Riccia e le altre

Oreste de Lucca è un noto storico e ricercatore dall’attenzione certosina ai particolari, così come richiede la sua passione. L’ambito temporale che ama di più è quello del Medioevo. Il territorio, manco a dirlo, è il riminese. Ha pubblicato numerosi lavori e collabora con diversi periodici. Di recente un suo articolo, dalle pagine del quindicinale “Chiamami Città”, ha fatto l’occhiolino a Cristella. Tenuto in stand by per un mesetto, è ora di linkarlo. Anzi, di copia-incollarlo (che così si fa prima a leggerlo…).

E’ carino, vero? Buona lettura!

“Via del porto c’è una graziosa…” (Chiamami Città del 18 aprile 2012) di Oreste Delucca

La prostituzione a Rimini nel medio evo

Le meretrici confinate a Borgo Marina fra “ribaldi, lenoni e ubriachi dediti a baruffe”.

Sul finire del Medioevo – e per vari secoli a seguire – la prostituzione a Rimini è stata relegata nella zona del porto. Continua a leggere

La cucina di Cristella: oggi cassoncini con le erbe di campagna

“E’ la stagione giusta per una bella passeggiata in campagna, con coltellino e cesto al seguito, per raccogliere le erbe commestibili.”

Beh, lo confesso: questo è rimasto, per ora, solo uno dei tanti “buoni propositi”. Ma avendo da tempo in mente un progetto culinario del sabato ben definito (cioè, avete presente quando una, stressata dal lavoro d’ufficio della settimana, nel week end si rilassa pulendo casa e cucinando a più non posso?), le erbette le sono andate a comprare dal mio amico Andrea, il fruttarolo poeta di Viserba.

Già scelte, una bella sportina piena. Sono solo da pagare, lavare e cucinare.

Quindi, attrezzata con tulìr, s-ciadùr e parananza, ecco che mi sono rilassata preparando per il web i miei “cassoncini romagnoli di primavera“.

 

 

 

 

 

 

Premetto che, rispetto alla preparazione dei classici cassoni (che uno da solo è una porzione che fa cena) si impiega un po’ più di tempo. Si tratta, infatti, di una versione mignon, adatta anche per aperitivi o merende della tradizione.

Come mostrano le foto ho usato due farciture diverse: una con le erbe e l’altra con pomodoro e mozzarella. Ma le varianti possono essere altre: salsiccia e patate, erbe e formaggi, eccetera eccetera.

Certo che il classico dei classici, quello che ricorda il sapore di mamma e di infanzia, rimane quello con le erbe di campagna e con solo rosole.

Ecco, dunque, la mia ricetta, documentata con foto.

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