Archivi categoria: Scrittori

Guido, Giustiniano e la strega Cristella

In effetti potrebbe avere ragione l’amico Kikko, che proprio ieri di là, su Face Book, ha scritto che Cristella è una “vera strega”.

I fatti: “cosa posso scrivere questa sera sul blog?”, si chiedeva la Regina qualche minuto fa.

“Potrei utilizzare qualche brano dell’intervista a Guido Lucchini che andrà sui giornali nei prossimi giorni”, si è risposta, pensando che così la “fatica” si sarebbe limitata ad un semplice copia-incolla.

E, appena aperto il blog, cosa trova? L’ultimo commento: un certo Glauco (benvenuto!) che apprezza il fatto di aver trovato in rete una zirudèla del poeta-ciabattino Giustiniano Villa.

Allora, perché Cristella sarebbe una strega? Ecco la risposta: un’anteprima dell’intervista fatta ieri al commediografo in dialetto di San Giuliano Mare (anzi, della Barafonda!). E’ tutto copyright di Cristella, deve ancora uscire sui giornali. Colleghi giornalisti, non copia-incollate, a’m arcmànd: ricordate che le streghe possono essere vendicative!

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Il “ragazzo Elio”, da Viserba

Mio articolo pubblicato sul bisettimanale Il Ponte di oggi. L’intervista risale agli inizi di settembre, e ne avevo già fatto cenno in un precedente post.

Elio è uno dei maggiori lirici italiani. I ricordi e il romagnolo.

Pagliarani con la moglie Cetta (a ds, seduta accanto a lui) e l'amica di famiglia Maria

A Viserba può capitare di incontrare un signore dall’aspetto elegante a passeggio con la moglie, seduto al tavolino di un bar o sotto l’ombrellone con un libro in mano. Ma a chi verrebbe in mente che quell’uomo dai capelli bianchi sia uno dei più importanti poeti italiani, esponente di spicco della neo-avanguardia del Novecento? Riservato ma non scontroso, Elio Pagliarani, abituato a platee letterarie di prestigio, ogni anno torna per le vacanze estive nella natìa Viserba, che lasciò all’età di 18 anni per l’avventura milanese.
Trasferitosi a Roma nel 1960 (dove vive tuttora con la moglie Cetta Petrollo, scrittrice e giornalista, nonché direttrice della Biblioteca Vallicelliana), il poeta non ha mai reciso il cordone ombelicale che lo lega alla terra delle origini.
Sorride e si commuove, nel ricordare mamma Pasquina che, Continua a leggere

Alòura? Ac-sé, veh! Cioè: economia della conversazione alla riminese

Da “La piada nella roccia”, di Paolo Cananzi (1993, Guaraldi ed.)

Il riminese è pigro dal punto di vista semantico; povero dal punto di vista sintattico: ti guarda, ti riconosce e ti dice “ALLORA?”; che vuol dire “Ciao, come stai? La famiglia tutti bene? Il lavoro? Cosa fai, che non ti si vede mai in giro?”

E l’altro, se è riminese anche lui, risponde “COSI’, VEH!”, che alla lettera significa “Sto così, guarda; così come mi vedi. Puoi trarre le tue conclusioni. Sai come va il mondo, la vita è dura per tutti, voglio dire che va tutto bene, ma potrebbe anche andare meglio.”

Le vie di Rimini sono tutte un continuo “Allora?”, “Così, veh!”

E’ ciò che si può definire come “Economia della Conversazione”.

De inutilitate nascondimenti barattolorum Nutellae

nutella

… sed forse mammae etiam Nutella sbafant…

“Ebbene, sì! Facciamoci del male!”

Alla Reggia di Cristella da qualche giorno è riapparso un bicchieribus di Nutella. Anzi, “era” apparso: la Principessa Numero Due, infatti, preoccupata per l’aspetto psicologico dell’acquisto della regina, ha ben pensato di nascondere (chissà dove?) il bicchiere che conteneva ancora una buona metà della gustosa e morbida crema.

Dopo aver inutilmente cercato in tutta la cucina, Cristella ha pensato di tirar fuori il libriccino “Nutella Nutellae” (racconti poliglotti) di Riccardo Cassini (Comix pillole, 1993). Tanto per sorridere un po’…

Nutella omnia divisa est in partes tres. Continua a leggere

Le nuvole e i sogni

Dalla mini-rubrica di Cesare Padovani su Chiamami CIttà

Annunci di compravendita e di scambio di idee

L’annuncio di compravendita lanciato sul numero precedente richiedeva un dono allusivo.

«Vendo nuvole policrome già impacchettate e predisposte a pioggerelle rinfrescanti. Indicare il luogo preciso dove istallarle».

N.B. Per “luogo” si può intendere anche come luogo mentale.

La risposta di Cristella:

Secondo una favola le nuvole sono la casa dei sogni perduti. Sfuggiti e dimenticati, forse perché li si immaginava impossibili da realizzare, si rifugiano lassù. Talvolta ci rimangono per anni. Se si trasformano in incubi tornano sotto forma di grandine e tuoni. Se sono quelli più fortemente desiderati (“policromi e già impacchettati”) scenderanno con una pioggerella sbarazzina e delicata. Forse, chissà, quando? Caro Cesare, i sogni non si vendono: semmai si regalano. Quindi ti invito a far recapitare le tue fantastiche nuvole “a gratis” sulla testa dei sognatori che attendono ancora, incuranti delle burrasche. (e di tenerne qualcuna per te, naturalmente!). Il mio indirizzo lo conosci. Grazie!