Archivi categoria: Viserba

Il palio di Viserba lungo la strada della Sacramora. Viva l’ultimo!

articolo di Alessandro Serpieri (Il Ponte, 2 marzo 1997).

Quei cavalli di San Giuliano

Nel 1157 il comune di Rimini, ottenuto da Federico Barbarossa il riconoscimento della propria libertà, si scelse un nuovo patrono. In polemica col Vescovo dal cui dominio si era appena affrancato declassò Santa Colomba, titolare della cattedrale, eleggendo a proprio avvocato celeste San Giuliano “cuius corpusculus” si venerava nel Monastero di s. Pietro “luogo – dice il Battaglini – che non solo in quanto alla chiesa ed al monastero ma in quanto al suolo stesso e con tutto il borgo nel quale rimaneva compreso, formava una giurisdizione tutta libera ed indipendente dal vescovato” perché dipendeva direttamente dalla Santa Sede.

Il 18 novembre 1228  San Giuliano era già invocato come protettore di Rimini, insieme a San Gaudenzo, uno dei primi vescovi della città, vissuto in un’epoca incerta, a cui era dedicata una chiesa in località Lagomaggio, del secolo scorso. Per onorare i propri patroni celesti, il comune stabilì che nel giorno della festa di ciascuno dei due l’ufficialità municipale si recasse a pregare nel rispettivo santuario dopo di che si disputasse un palio, cioè una corsa di cavalli, il cui regolamento si trova nel codice Torsani in cui nel secolo XV furono trascritti gli statuti trecenteschi di Rimini.

Ecco il racconto del Battaglini: “Né mancò finalmente a festeggiamento di quel giorno Continua a leggere

17 maggio 1916, terremoto a Rimini

17 maggio 1916

A Rimini, così come in tutta la Romagna e le Marche, si avverte una terribile scossa di terremoto,  con pochi feriti ma danni gravissimi ai palazzi, alle case, alle fabbriche, alle chiese (anche l’Arco d’Augusto e il Teatro Vittorio Emanuele vengono danneggiati). Nuove scosse (e altri danni) in agosto e settembre.

Dal blog La campagna appena ieri

… “Fino ad arrivare al 17 maggio 1916, quando il territorio romagnolo subì la prima forte scossa tellurica di un movimento sismico che continuò con varia intensità fino a dicembre dello stesso anno e si manifestò anche il 16 giugno e con più violenza il 16 agosto.
Le città più danneggiate dalle varie riprese del sisma Continua a leggere

“Fiore di maggio”: il sole e il mare di Viserbella

“Da piccolo venivo a trascorrere le vacanze sulla Riviera Adriatica. Mia nonna nel 1923 fu la prima ‘forestiera’ a costruire una casina a Viserba, quando il turismo da quelle parti era agli albori. Dal 1953, quando sono nato, ho sempre trascorso le vacanze in questa casa, che poi, come accadeva allora con lo sviluppo del turismo, si è trasformata in albergo (“Villa dei Fiori”, n.d.a.). Alla Riviera sono quindi legati preziosi ricordi della mia infanzia e adolescenza, gli amici, le mangiate, i primi amori, il mare. Ancora oggi, quando penso al mare, penso all’Adriatico. A Viserba non vado più , è troppo cambiata, è sempre bella, ma i miei ricordi sono stati seppelliti. Per non soffrire, l’éscamotage è andare a Cervia… ma non è certo la stessa cosa: Viserba è sempre Viserba.” (da un’intervista di Fabio Concato al giornale Romagna Gazzette).

In effetti il cantautore Fabio Concato per anni è stato “villeggiante” a Viserba. Anzi, più precisamente, a Viserbella. L’ha confermato la signora Eugenia Zanzani, memoria storica viserbese, intervistata un mesetto fa dall’Associazione Ippocampo (“Laboratorio Urbano della Memoria”): “A Viserbella c’era la villa di una famosa cantante lirica, la Concato, nonna di Fabio Concato.”

Pare che la bellissima canzone Fiore di maggio sia stata scritta proprio a Viserbella in occasione della nascita della figlia dell’autore. Riascoltandola con attenzione, si riconoscono il mare, gli scogli, i gabbiani della nostra spiaggia.

Fiore di maggio

Tu che sei nata dove c’è sempre il sole
sopra uno scoglio che ci si può tuffare
e quel sole ce l’hai dentro il cuore
sole di primavera
su quello scoglio in maggio è nato un fiore.
E ti ricordi c’era il paese in festa
tutti ubriachi di canzoni e di allegria
e pensavo che su quella sabbia
forse sei nata tu
o a casa di mio fratello non ricordo più.
E ci hai visto su dal cielo
ci hai provato e piano sei venuta giù
un passaggio da un gabbiano
ti ha posata su uno scoglio ed eri tu.
Ma che bel sogno era maggio e c’era caldo
noi sulla spiaggia vuota ad aspettare
e tu che mi dicevi guarda su quel gabbiano
stammi vicino e tienimi la mano.
E ci hai visto su dal cielo
ci hai provato e piano sei venuta giù
un passaggio da un gabbiano
ti ha posata su uno scoglio ed eri tu.
Tu che sei nata dove c’è sempre il sole
sopra uno scoglio che ci si può tuffare
e quel sole ce l’hai dentro il cuore
sole di primavera
su quello scoglio in maggio è nato un fiore

La brèscla ad Baiètta

Il sito del “nostro” Laboratorio Urbano della Memoria (www.ippocampoviserba.it) si sta arricchendo, giorno dopo giorno, di scritti, testimonianze, fotografie…
Copio-incollo, per chi ama il dialetto, una poesia scritta nell’estate 2009 dal socio Vincenzo Baietta, insegnante in pensione (già vicepreside della Scuola Media di Viserba), che si sta rivelando una risorsa molto, molto preziosa.

La  brèscla

“L’è mèj tajè erba

quand ch’è piòv

che zughè a brèscla Continua a leggere

L’Ippocampo Viserba. Laboratorio urbano della memoria

Eugenia Zanzani intervistata da Marzia Mecozzi e Cristella

Difficile dire chi fosse più emozionato, la sera di giovedì 8 aprile, durante la registrazione della prima intervista a una memoria storica di Viserba.

L’Eugenia (78 anni portati alla grande) o i soci dell’Associazione L’Ippocampo ?

La prima ha accettato immediatamente e con entusiasmo l’invito a farsi interrogare da quei curiosoni di Pierluigi, Cristina, Nerea, Marzia e compagnia bella.

Protagonista sul palco del teatrino parrocchiale (“come tante volte in passato, quando facevamo le nostre commedie, ho persino interpretato don Abbondio!”) l’edicolante storica di Viserba aveva gli occhi che luccicavano dalla gioia e dall’emozione. Ricordi vecchi di oltre settant’anni, ma freschi come se riferiti a fatti accaduti ieri. L’aiuto alla nonna per tenere la contabilità dell’edicola appena aperta, le ville dei signori, i ragazzini che giocavano sulla spiaggia (“molto più bella di quella di Rimini”), i tanti luoghi in cui si ballava e si entrava solo con giacca o abito da sera, il cantante/cameriere Silvio Berlusconi (sì, proprio lui!), Franco Franchi e Ciccio Ingrassia Continua a leggere