Archivi categoria: Viserba

Scanzonata filosofia riminese. “Par piasér: ch’la m ne màza un chél!”

INTERNO GIORNO

Viserba di Rimini. Pomeriggio d’autunno nella sala d’aspetto del medico di famiglia. Stanza in ombra, dal soffitto basso. Aria stantia e pesante. Scomode seggiole addossate ai muri. Scaffaletto con vecchie riviste.

Tutti i posti occupati: tre o quattro signore di mezza età, due anziani con la cartella delle lastre in mano, un ragazzo di colore, un rappresentante del farmaco con la borsa di pelle d’ordinanza.

Cristella entra. Continua a leggere

Personaggi di Viserba: il dottor Lazzarini

Da “Pro-memoria a Liarosa (1979-2009)” di Elio Pagliarani, Marsilio 2011.

Il dottor Lazzarini, il papà di Masseo, della Cocca e di altri tre o quattro figli, ci appariva una figura  singolare per molti e svariati motivi: magrolino, canuto, curvo quasi avesse la gobba (e invece si era rotto due costole cadendo in una notte di gelo che era accorso in bicicletta in un cascinale un po’ sperduto, al capezzale di un contadino), aveva sempre la sigaretta in bocca, visitava con la sigaretta pendula sulle labbra adoperando molto presumibilmente solo un fiammifero al giorno perché accendeva sempre la nuova sigaretta con la cicca della precedente. Doveva avere abbastamza inferno in casa, e la moglie sempre pronta alle liti più rumorose e plateali, anche se aveva in casa le file dei malati, e ci teneva che la chiamassero contessa. In effetti, il dottore aveva ancora un fratello o cugino di guadia nobile in Vaticano, e i Lazzarini, d’origine marchigiana, erano stati fatti conti la bellezza di alcune centinaia d’anni fa, mi pare. Io lo osservavo la mattina, che prendeva sempre il treno con noi, perché era anche medico delle ferrovie, e osservavo con interesse e ammirazione, quasi golosamente potrei dire, che ogni giorno si comprava un gran pacco di giornali, anche stranieri, francesi, inglesi, finché fu possibile, e comunque sempre anche “L’Osservatore Romano”.

Borsanìra, Fis-ciòun, Maza cris-cèn e gli altri: ma che curiosi, i soprannomi di Viserba e Viserbella

Ma tu non sei il nipote di…

Articolo pubblicato su Il Ponte del 23 ottobre 2011

Iniziata quasi per scherzo nell’estate 2010, la raccolta dei soprannomi di Viserba e Viserbella ha superato ogni aspettativa. Si tratta di un progetto dell’associazione culturale Ippocampo (laboratorio urbano della memoria), nata per mantenere vive le caratteristiche del territorio che col tempo rischiano di essere dimenticate. Luoghi, storie, tradizioni, ricette, personaggi più o meno famosi.

Consapevoli che in Romagna quando si parla di persone e di famiglie si deve passare dai rispettivi soprannomi, i soci di Ippocampo stanno esplorando questo aspetto.

Per il momento la ricerca è circoscritta alle zone di Viserba e Viserbella.

Come s’è svolta l’indagine?

“Abbiamo invitato i nostri concittadini a raccontarci i soprannomi di famiglia chiedendo anche le motivazioni, la provenienza territoriale del casato, i mestieri dei nonni e dei bisnonni – rispondono gli ‘ippocampini’ – Siamo stati presenti coi nostri elenchi al banchetto settimanale durante il mercatino estivo organizzato dal Comitato Turistico in piazza Pascoli. La gente arrivava anche con foto di famiglia e racconti, arricchendo così il nostro archivio che, in parte, stiamo mettendo a disposizione sul sito www.ippocampoviserba.it. Ma ci siamo mossi anche con mezzi più tecnologici, proponendo la ricerca su Face Book.”

Ridendo e scherzando l’elenco è arrivato a circa 300 soprannomi, molti dei quali arricchiti da notizie prese da libri di autori viserbesi o ascoltate dalla viva voce dei testimoni della memoria.

“Per ora li abbiamo semplicemente elencati in ordine alfabetico. Ma in futuro, sponsor permettendo,  vorremmo ricavarne un libro, con approfondimenti e divagazioni varie.”

Ecco una carrellata veloce sui soprannomi più noti e curiosi: Baiuchèla, Continua a leggere

Sostituire la pistola con un violino

Una festa dal significato particolare, quella che la parrocchia di Santa Maria al Mare di Viserba si accinge a celebrare nel prossimo week end.

“Momento forte nella vita del paese, come segno del rinnovamento parrocchiale – spiega il parroco, don Aldo Fonti – La festa di quest’anno avrà un occhio di riguardo verso la dimensione civile, ma soprattutto, sarà declinata sull’interculturalità.”

Il percorso, già iniziato la scorsa estate con diverse iniziative, continuerà quindi sabato e domenica con la tradizionale festa di inizio autunno della comunità.

Fra i vari appuntamenti proposti va segnalato l’arrivo dell’Orchestra Giovanile Venezuelana dello Stato Vargas, composta da 76 giovanissimi musicisti, che sabato animerà la “Messa Criolla” delle ore 18 e, alle 21, sempre in chiesa, terrà un concerto con brani del repertorio classico internazionale e altri legati alla tradizione venezuelana.

La particolarità di questo gruppo musicale?

Composto da ragazze e ragazzi giovanissimi, tutti dotati di grande talento naturale, è uno dei gruppi nati nell’ambito del “Fesnojiv”, il progetto governativo delle Orchestre sinfoniche giovanili e infantili del Venezuela fondato trent’anni fa dal maestro José Antonio Abreu.

Questo sistema nazionale delle orchestre, unico a livello mondiale, ha anche  interessato artisti del calibro di Claudio Abbado e Placido Domingo.

Non è solo un progetto musicale, ma sociale e umano.

Oggi coinvolge quindicimila insegnanti e trecento orchestre e cori giovanili. I ragazzi e bambini coinvolti sono oltre duecentoquarantamila, il novanta per cento dei quali di estrazione poverissima, raccolti dalla strada dove vivrebbero situazioni di droga e delinquenza. Ragazzi che hanno trovato nella musica una possibilità di riscatto personale e, in molti casi, diventando professionisti, un lavoro stimolante con cui riescono a mantenere la famiglia.

La scelta di Viserba per la breve tournée italiana non è casuale (l’altra tappa italiana è a Termoli, paese di provenienza del padre del direttore Domenico Lombardi, emigrato in Venezuela).

Con don Aldo Fonti esiste infatti un legame affettivo e di riconoscenza sviluppato in quindici anni di presenza attiva del sacerdote nella missione riminese nello Stato di Vargas. Collaborazione che dura tuttora con vari progetti sostenuti a distanza da don Aldo e dalla Diocesi di Rimini.

Un’ottantina di ragazzi non proprio ricchi che si accollano un viaggio così lungo e oneroso per portare la loro arte nella parrocchia dell’amico sacerdote non è cosa di tutti i giorni.

Con tale consapevolezza la comunità viserbese sta dimostrando cosa significhi la parola “accoglienza”, sostenendo in vario modo l’onerosa trasferta: dai pasti preparati da gruppi di volontari (in menu piada e lasagne), all’alloggio fornito gratuitamente o a prezzi stracciati dagli albergatori della zona.

Ognuno può fare la sua parte. E i viserbesi lo stanno dimostrando.

 

A Viserbella per un pediluvio rigenerante nel Surcioun

Missione speciale, oggi, per Cristella.

Complice la splendida giornata di sole, libera dagli impegni di lavoro essendo in pieno periodo di ferie dall’ufficio, ha preso armi e bagagli per andare ad esplorare il territorio in cui vive. Meta: la spiaggia di Viserbella, un chilometro circa da casa.

Costume da bagno, macchina fotografica, barattolo di vetro.

Curiosi, vero?

Ebbene, come già raccontato in due precedenti post (qui e qui), sulla battigia di Viserbella esiste la sorgente d’acqua dolce denominata Surcioun. Continua a leggere