Ehi, bimba bella, sorridi con il clown!

La saletta di “transito” fra il tunnel della risonanza magnetica e lo spogliatoio viene chiusa da una discreta tenda. Cristella è in “fase di compensazione” con l’ago della flebo infilato nel braccio. La poltrona è comoda, il liquido scende goccia a goccia per andare a ripulire i reni dai residui del contrasto che qualche minuto prima l’ha riscaldata…

L’infermiera si scusa: “C’è un altra paziente. Fra un po’ riapro.” 

Ma, che strano, sbirciando da sotto la tenda, Cristella vede passare una barella spinta da qualcuno che indossa incredibili scarpe taglia 58 con pennacchi colorati e ammennicoli vari.

La curiosità vince: spostando un po’ lo sguardo, ecco qualcuno che assomiglia più a un pagliaccio che a un dottore (in senso vero, stavolta, non metaforico!).

Il camice è bianco, sì (un po’ di “dignità” va mantenuta, giusto?), ma addobbato con disegni e pinzillacchere di tutti i colori. Le mani sono coperte da guanti tutti strambi. In testa, un cappello a tese larghe e decisamente originale, con antenne che si muovono e suonano. Il volto è dipinto col sorriso rosso e gli occhi gialli e blu. I capelli (o la parrucca?) sono acconciati in bellissime treccine alla Pippi Calzelunghe. 

All’orecchio di Cristella giunge solo un piccolo lamento della bimba. Poi, solo discrete voci di adulti.

L’ anestesia totale (obbligatoria per un bimbo di un anno o poco più) comincia a fare il suo effetto.

La dottoressa-clown ha fatto la prima parte del suo “lavoro”: accompagnare la bimba dalla sua stanzetta all’antro tenebroso della Risonanza Magnetica facendo in modo che il tragitto fosse sereno e spensierato.

Adesso inizia la seconda parte, non meno impegnativa: tenere compagnia alla giovane mamma che, in sala d’aspetto, tortura l’orsacchiotto della figlia pensando alla sua bimba che è di là, da sola, bombardata dalle onde del tam-ta-tatam

Auguri alla piccola. Un abbraccio alla sua mamma. Tantissimi complimenti alla dottoressa Patrizia Cenni dell’Ospedale di Ravenna per il progetto dei “Sorrisi in corsia”.

Il Signore dà la scorta in anticipo… E per fortuna non mi chiamo Giovanna.

Postfazione di don Piergiorgio Terenzi al mio primo “romanzo nel cassetto” scritto nel 1996, ai tempi in cui si svolsero i fatti raccontati. Pagine che stanno ancora lì a prendere polvere, meditabonde, ad attendere chissà cosa e chissà chi, ma che comunque ogni tanto fa bene andare a rileggere…

Scriveva, don PG:

Una storia raccontata bene. E, soprattutto, vissuta in prima persona fin dall’inizio.

Sono partecipe, in certo senso, solo del “lieto fine”, anche se Cristina continua a pensare che io ne sia protagonista e motore. Ma forse vuole solo lusingarmi… Continua a leggere

“Tempo dedicato” per un regalo fatto con le mie mani

Dedicare tempo agli amici significa anche creare qualcosa di originale solo per loro. Certo, andare a comprare un regalino in un negozio o in una bancarella richiede sempre tempo (e spesa).

Ma vuoi mettere, se una mezzora la impieghi sferruzzando, tagliando o incollando un oggetto destinato proprio a lei o a lui, a quella persona che, mentre crei, non riesci a toglierti dalla testa e dal cuore?

“Tempo dedicato” è un po’ più prezioso: vale un abbraccio grande. Continua a leggere

A Natale regala un libro che profuma di Romagna.

Un regalo speciale e originale a soli 10 euro?
Eccolo!

Adattissimo per mamme, nonne e zie e per chiunque ami le tradizioni, la Romagna, il dialetto.

Il mio libro “Trama e ordito” si può acquistare qui: Continua a leggere

Ecco a voi “Vis a Vis”: il giornale di Viserba e Viserbella.

La Terra delle Acque, i suoi volti, le storie, i luoghi… Ieri oggi e domani.

Vis a Vis” è la nuova rivista, di cui sono “capo redattore” – uauh! – Continua a leggere