La saletta di “transito” fra il tunnel della risonanza magnetica e lo spogliatoio viene chiusa da una discreta tenda. Cristella è in “fase di compensazione” con l’ago della flebo infilato nel braccio. La poltrona è comoda, il liquido scende goccia a goccia per andare a ripulire i reni dai residui del contrasto che qualche minuto prima l’ha riscaldata…
L’infermiera si scusa: “C’è un altra paziente. Fra un po’ riapro.”
Ma, che strano, sbirciando da sotto la tenda, Cristella vede passare una barella spinta da qualcuno che indossa incredibili scarpe taglia 58 con pennacchi colorati e ammennicoli vari.
La curiosità vince: spostando un po’ lo sguardo, ecco qualcuno che assomiglia più a un pagliaccio che a un dottore (in senso vero, stavolta, non metaforico!).
Il camice è bianco, sì (un po’ di “dignità” va mantenuta, giusto?), ma addobbato con disegni e pinzillacchere di tutti i colori. Le mani sono coperte da guanti tutti strambi. In testa, un cappello a tese larghe e decisamente originale, con antenne che si muovono e suonano. Il volto è dipinto col sorriso rosso e gli occhi gialli e blu. I capelli (o la parrucca?) sono acconciati in bellissime treccine alla Pippi Calzelunghe.
All’orecchio di Cristella giunge solo un piccolo lamento della bimba. Poi, solo discrete voci di adulti.
L’ anestesia totale (obbligatoria per un bimbo di un anno o poco più) comincia a fare il suo effetto.
La dottoressa-clown ha fatto la prima parte del suo “lavoro”: accompagnare la bimba dalla sua stanzetta all’antro tenebroso della Risonanza Magnetica facendo in modo che il tragitto fosse sereno e spensierato.
Adesso inizia la seconda parte, non meno impegnativa: tenere compagnia alla giovane mamma che, in sala d’aspetto, tortura l’orsacchiotto della figlia pensando alla sua bimba che è di là, da sola, bombardata dalle onde del tam-ta-tatam…
Auguri alla piccola. Un abbraccio alla sua mamma. Tantissimi complimenti alla dottoressa Patrizia Cenni dell’Ospedale di Ravenna per il progetto dei “Sorrisi in corsia”.