Proverbi e modi di dire che in pochi ormai ricordano, frasi rimate, frutto di saggezza popolare e antica, che scandivano stagioni di vita e ritmi di lavoro, che indicavano persone e situazioni. L’ispirazione veniva da tutte le attività, con preferenza per le quotidiane.
Innumerevoli i modi di dire romagnoli che hanno per soggetto la vigna, che fino a qualche decennio fa rappresentava, insieme al frumento, la coltura fondamentale. Forse perché, molto semplicemente, la gioia del contadino era “gran garnid e vida in fior” (grano in spiga e vite in fiore), che significavano pane e vino assicurati.
Il contadino “cervello fine”, si sa, non dava tanta importanza alle apparenze, sicuro che… “bèla vegna e poca uva” (bella vigna e poca uva).
San Martino e san Giovese: loro sì, che se ne intendono!
La coltivazione della pianta, la vendemmia, la svinatura e tutte le altre attività ad esse legate erano regolate dall’avvicendarsi delle stagioni, secondo un calendario affollato di Santi, ma anche da numerose superstizioni.
L’uva inchev d’maz l’ha da fiurì Continua a leggere