Archivi tag: Rimini

Evviva: la “nostra” Sacramora è resuscitata!

Esterno giorno. Viserba di Rimini, via Sacramora.

Sono le 17.30 di un’assolata giornata: martedì 4 agosto 2009. Mentre sulla strada auto, bus, ciclomotori continuano a passare indifferenti, un gruppetto di persone dall’aria emozionata armeggia di fronte alle fontanelle dell’Antica Sorgente denominata Sacramora, che dall’ottobre 2007 non mandava più acqua.

Alle colonnine di cemento durante la mattinata alcuni operai hanno montato rubinetti nuovi di zecca che ora luccicano al sole. No, non è un miraggio dovuto al troppo caldo: l’acqua fresca è tornata davvero a scorrere!

C’è una ragazzza munita di macchina fotografica (dicono sia una Principessa) che ferma col suo obiettivo l’immagine della nonna Malvina (che ha tante ragioni per essere lì).

La signora Malvina beve alla fonte riaperta

C’è il signor Luciano Tonini, pure lui viserbese doc, che ha segnalato alla giornalista l’imminente “resurrezione” che nessuno più sperava.

Il signor Luciano alla fonte riaperta

C’è una coppia amica della nonna, che vuole partecipare al momento di gioia.

Arrivano anche gli amici
Arrivano anche gli amici

E arriva anche un ragazzo senegalese incuriosito e già attrezzato con una bottiglia vuota.

Arriva un ragazzo senegalese a riempire la bottiglia

A qualcuno potrebbe sembrare esagerato definire questa scena da “esterno giorno” come storica. Non per i presenti.

Certo, la riapertura della Fonte riporterà problemi di viabilità… E poi, chissà cosa c’è dietro a tutta la questione (proprietà e Comune hanno un delicato contenzioso in corso)…

Ma come si fa a cancellare con un colpo di spugna una tradizione millenaria???

E, particolare da non sottovalutare, l’acqua della Sacramora ha virtù curative (non a caso tempo addietro si era parlato di un Parco Termale, progetto purtroppo abortito).

Sarà solo un’impressione, ma la notte scorsa, dopo aver bevuto mezzo litro di quest’acqua fresca da sempre ritenuta diuretica, Regina Cristella s’è alzata due volte per andare in bagno…

Av salùt!

Per approfondire, ecco altro sullo stesso argomento:

“Rubinetti chiusi alla Sacramora”, 3 dicembre 2007,

“Le terme di Viserba, un’occasione perduta”, 22 marzo 2009,
“La Sacramora zampilla”, articolo pubblicato oggi,5 agosto 2009, su Il Resto del Carlino

“Sacramora, una fonte fantasma”, articolo pubblicato su Il Ponte il 30 marzo 2009

Il dialetto di Amos Piccini

“E’ fiòl strusciòun” (il figliol prodigo). Questo titolo, nel lontano 1996, attirò l’attenzione di Cristella dalle pagine de Il Ponte. Agli inizi della svolta giornalistica, ancora nel pieno dell’entusiasmo di scrivere e dell’emozione di vedersi pubblicata, la regina rispose – attingendo alla memoria di bambina – con “Agli uraziòun de mi bà” (le preghiere del mio babbo).

Ricordando la “réchia matèrna, vècia sta fèrma” o il “domine subìsco” che il babbo infilava sorridendo fra un moccolo e l’altro – facevano tanto arrabbiare la mamma – e che forse aiutavano a sdrammatizzare certe situazioni di difficoltà che, ai tempi, erano piuttosto frequenti.

Ora Amos Piccini, autore dialettale riminese di lungo corso, ha pubblicato niente meno che “Gli Atti degli Apostoli” , anzi: “Fat e mirècul dj Apòstul”.

Su Youtube, per chi fosse interessato, c’è l’intervista a Piccini mandata in onda da Icaro Rimini Tv.

Av salùt!

Lavoro a Rimini: la prospettiva di chi sta “di qua” dalla barricata

Non solo scherzi, ricette e patacate, Cristella! Perché non scrivi un post utile?

Siccome le ferie sono ancora lungi a venire, la mente fatica a disintossicarsi dalle incombenze “ufficiali” (quelle dell’ufficio) sulle quali passo buona parte della giornata.

L’esperienza trentennale agli sportelli dedicati a chi cerca lavoro (nel 1979 era l’Ufficio di Collocamento, poi è diventata la Sezione Zonale del Lavoro, in seguito trasformata in Scica – Sezione Circoscrizionale per l’impiego e il Collocamento in Agricoltura – e, infine, l’attuale Centro per l’Impiego della Provincia) ha rafforzato una certezza: l’informazione è fondamentale, specialmente quando la materia prima che si cerca scarseggia.

Dunque, in questa fase di crisi globale, vera o presunta, passata o “da venire” (perché anche stasera i telegiornali parlavano già di una ripresa, ma io non ci credo… le file di disoccupati me le aspetto triplicate, a fine agosto…) l’aiuto che può dare un’operatrice del Centro per l’impiego addetta al Servizio Informazione (che non è “informazioni”, attenzione!) può venire utile.

L’aggiornamento di alcune sezioni del sito www.riminimpiego.it fa parte dei compiti quotidiani. Sempre al servizio degli utenti (intesi come persone che cercano, ma anche imprenditori che offrono).

In questa fase di “stagione estiva”, dunque fino a circa metà settembre, è attiva la banca-dati “Lavorare in Riviera“. Completamente gratuita, permette ad albergatori e ristoratori di pubblicare on-line l’offerta di lavoro (che tutti possono consultare selezionando qualifica e zona di lavoro). Allo stesso tempo, dà modo ai lavoratori di caricare il proprio curriculum, tenerlo aggiornato, eventualmente correggerlo ed integrarlo. I dati delle persone disponibili non sono consultabili direttamente, ma vengono comunicati solo ai datori di lavoro che ne facciano richiesta per mansioni corrispondenti. Quasi quotidianamente, si diceva, arrivano anche in questo periodo richieste da parte di imprenditori. Si tratta di “urgenze”, evidentemente per sostituire personale che per un motivo o per l’altro se ne è andato, o per coprire fabbisogni non preventivati… Insomma, chi chiede un cuoco al 29 luglio, vuol dire che ha bisogno di assumerlo subito, fra un’ora! Ecco, allora, che entra in gioco il lavoro di Cristella, con la pubblicazione, nelle News del sito (“Notizie sul lavoro e dintorni”) delle “offerte stagionali fresche di giornata”. Altro link utile, sempre per il settore degli alberghi, è il sito dell’Associazione Albergatori di Riccione, che pubblica una lista di offerte, anche queste sempre aggiornate due volte al giorno.

Per il lavoro “tutto l’anno” (magari!) si va alla sezione CercOffro, dove si trovano, fra l’altro, la griglia delle offerte dei Centri per l’impiego di Rimini e di Riccione, i link ad altri Centri per l’impiego, un elenco di concorsi pubblici, un elenco di corsi professionali

Altro pezzetto del sito che potrebbe essere utile è l’elenco delle Agenzie per il Lavoro di Rimini (e i relativi indirizzi e link), e l’elenco dei siti utili, fra cui quelli di ricerca lavoro on-line.

Un consiglio finale: quasi tutte le grandi aziende, ormai, hanno una sezione “Lavora con noi” o qualcosa di simile.

Un esempio significativo? L’Ikea, che con l’apertura della sede riminese negli ultimi mesi ha creato un vortice inarrestabile di richieste.

“Ma insomma, come si fa per andare a lavorare all’Ikea?”

Risposta: “attraverso il loro sito.”

Se si riescono a superare i vari step della candidatura on-line, nient’affatto semplici, si è già ad un buon punto della selezione! Prima si deve dimostrare di conoscere la “filosofia Ikea”, poi c’è un questionario, eccetera. A questo punto chi “pensa che la cultura Ikea possa motivarlo e appagarlo…” è pronto per inviare la candidatura. Se nell’elenco riportato (uno per i negozi italiani, un altro per l’estero) non si trova quanto desiderato, il sito dà la possibilità di inviare una candidatura spontanea. Finito qui? Macché: prima bisogna registrarsi, comunicando il proprio indirizzo e-mail al quale verrà poi inviata la password che permetterà di accedere al magico mondo dei quiz… e poi non so cos’altro viene richiesto. Ma il senso è chiaro: se è vero che gli Ikea boys devono avere determinate caratteristiche (devono essere giovani, dinamici, svegli, informatizzati, plurilingue, capaci di problem-solving), la prima selezione si fa prima di bussare alla porta. Quindi, non chi chiede “come faccio a mandare il curriculum all’Ikea” vincerà la corsa, ma chi dice “te lo spiego io, come si fa, perché ci sono riuscito!”

Il colloquio di assunzione, naturalmente, sarà così:

colloquio Ikea

Scherzi a parte, comunque, vista la dinamicità del mercato del lavoro e, soprattutto di tutto quanto gira in rete, è quasi impossibile fornire un’Informazione (maiuscola, sì!) del tutto completa e certamente il sito del Centro per l’impiego si potrà sempre migliorare…

Però – gli utenti e il numero di visitatori ce lo confermano – noi, nel nostro piccolo, ce la mettiamo tutta!

“Noi”: cioè Cristella e la squadra di colleghe e colleghi. Semplicemente, ma guarda un po’, impiegati pubblici…

Av salut! Buon lavoro a tutti 🙂

Rimini. Quando la crisi del lavoro si sente anche in strada

“Ma insomma, Cristella, sono quasi le undici e non hai ancora terminato la rassegna stampa, questa mattina? Sbrigati, sù, che dobbiamo aggiornare Il Lavoro in diretta!”

“Porta pazienza, Coordinatore Lungocapelluto: c’è un articolo che… beh, vedi… non so se è il caso di pubblicarlo in un sito istituzionale qual è il nostro.”

“Che sarà mai, Cristella? Le regole le conosci, no? Si parla di lavoro a Rimini?”

“Sì, però…”

“Si parla della crisi globale che non risparmia alcuna categoria, alcuna zona, alcuna fascia di età? Di cassa integrazione e di stipendi che diminuiscono?”

“Beh, sì. Però…”

“Si parla di lavoro stagionale, di alti e bassi? Di rapporti, tipo quelli della Camera di Commercio?”
“Beh, sì, certo: ‘rapporti’ e ‘camere’… Però…”

“Magari c’è anche un accenno ai conflitti fra generazioni, al fatto che sono i pensionati a ‘tener duro’ e  salvare il gap dell’economia e tutte ‘ste robe che sentiamo da sempre e ovunque?”

“Sì, sì, Coordinatore Lungocapelluto. L’articolo di Monica Raschi, pubblicato oggi sul Resto del Carlino di Rimini, ha tutti gli elementi per entrare di diritto nella nostra rassegna stampa… Però…”

“Uff, Cristella… Tutti questi tentennamenti fan venir voglia di aizzarti contro Brunettik! Che ti succede, stamattina? Sarà mica la sindrome del lunedì?”

“Va bene, lo hai voluto tu, caro insistente Coordinatore Lungocapelluto. Io ti ho avvisato… Intanto, se vuoi leggerti l’articolo, clicca qui o qui.”

Morale della favola: talvolta la crisi del lavoro e dell’economia si può interpretare – senza timore di sbagliare – attraverso lo sguardo panoramico di chi sta in strada tutti i giorni (anzi, tutte le notti) a contatto con la gente e coi suoi bisogni. Bando ai ‘rapporti’ Excelsior, Istat e via statisticando: meglio ascoltare…ehm… escort e lucciole, che sono pure di moda. Loro, sì, che se ne intendono, di crisi!

Rimini è anche questo.

Av salùt!

Al piazèti ad Rémin

Di piazzette riminesi. Ecco cosa scriveva Gianni Quondamatteo, nel suo Dizionario Romagnolo Ragionato, alla voce piazèta.

“Fino a quando resisteranno le ultime piazzette? Ricordiamo la piazèta dal Purazi (Gregorio da Rimini) a monte e a due passi dal corso d’Augusto, e presso la vecchia pescheria cittadina: le donne vi urlavano la freschezza di quei saporiti molluschi, e dei bdòc, lumaghin e garagùl se ve n’erano. Si affacciavano su questa minuscola piazza, non più di un fazzoletto, la famosa cantina “Forza e Curàg”, che ospitava fra le annerite pareti e gli ampi tavoli, facchini, operai, artigiani e sensali e il caffè dla Marièta.

La piazèta dl’Arlòz guast, l’attuale piazzetta Agabiti, in fondo a via Quintino Sella, che doveva il nome ad un orologio murale il cui quadrante, dipinto, si era dileguato col tempo; la piazèta dal Giazèri (o cunservi), a fianco della piazza Malatesta, ora via Di Duccio,dove, in certi scantinati privati (Pigiani, Visconti), ecc. si raccoglievano d’inverno neve e lastroni di ghiaccio che lunghe teorie di carri trainati da cavalli portavano da ogni dove. In questi primitivi impianti frigoriferi si conservavano il pesce della vicina pescheria, e le carni; la piazèta dl’Onestà (via dell’Onestà), che si apriva sui Bastioni Orientali; la piazèta Padèla (via Padella), nel borgo S. Giuliano, centro di botteghe di maniscalchi; la piazèta dal Stali, di fronte al Palazzo Lettimi; la piazèta Ducale – la Castlaza – si raggiungeva dalle vie Ducale e Cavalieri; la piazèta Zavagli – un tempo Augurelli – vi si accedeva dalle vie Farini e Augurelli; e ancora, la piazèta di Servi, la piazèta ad S. Bernardéin, la piazèta di Teatéin, la piazèta Plebiscito, la piazèta dla Gajena, la piazèta d’ San Martèin, alle spalle del Palazzo dell’Arengo. Per la storia – e per l’igiene – quivi sorse il primo cesso pubblico della città.”