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Perinboconto

Perinboconto. Cioè, “p’rin bu còunt“.

Oggi, parlando con un collega, mi è venuto spontaneo concludere una discussione con “perinboconto!”

Sul momento lui non ha capito. Poi, dopo la mia spiegazione (che dalle parti dove sono nata e la cui lingua madre è rimasta dentro – Cesenatico o giù di lì – si dice, appunto “p’rin bu còunt” quando si vuole rafforzare alcuni concetti), lui ha ricordato che talvolta usa, allo stesso modo, “bù còunt“.

In italiano la frase che si avvicina di più è “ad ogni buon conto”…

Ma “perinboconto” ha una sfumatura di significato leggermente diversa…

Sono curiosa: come si dice da voi?

Pensierino della domenica dedicato alle donne

L’animèl macòd (l’animale senza la coda) secondo il Dizionario Romagnolo Ragionato di Gianni Quondamatteo è la donna.

Ancora una volta… qualcosa di meno. Te pareva?

I biscotti del pescatore

Hmm, che buoni!

Mentre dalla cucina continua ad arrivare il profumino, mi rilasso un po’ al pc per fare un regalo alla mia amica blogger Danda e al suo compagno Paolo.

biscotti 010

A dire il vero Danda mi ha direttamente chiamata in causa, su Facebook, perché stava ricercando la ricetta dei biscotti del pescatore. Onorata della fiducia nelle mie capacità culinarie… Ma questa volta, no, proprio non sapevo come aiutarla. Però, come sa bene chi mi conosce, la curiosità non mi manca. E scoprire cose nuove è sempre una bella sfida.

Dunque, l’antefatto: Danda ha comprato i biscotti del pescatore al Vecchio Panificio di Viserba, lo stesso dove vado io. Una sua amica li ha apprezzati e, attraverso Facebook, le chiede come poterli fare in casa. “Domando a Cristella, che sarà mai?”

E Cristella va, compra i biscotti, sbircia il cartellino con gli ingredienti e chiede “ma perché si chiamano così?”.

La risposta, gentile ed esauriente: “Del pescatore perché si conservano a lungo ed erano adatti da portare in mare, quando si stava fuori molti giorni”. Cercando in rete, non ho trovato riferimenti diretti alla Romagna. Piuttosto a diverse zone delle Marche e della Toscana (biscotti del pescatore o pan del pescatore).

In ogni caso, dal libro di Pellegrino Artusi ho preso ispirazione nella ricetta n. 569 (Biscotti croccanti II), che mi sembrava la più vicina a quella del panificio. Quest’ultima prevede l’uso della margarina, che io ho sostituito col burro. Comunque, giuro che mi sono venuti buonissimi. E per chi non ci credesse, ora metto ricetta e fotografie. Ah, scusate: domani ricomincio a lavorare in ufficio. Mi sa che andrò a riposarmi, dopo queste due settimane in casa a cucinare e pulire (ieri e oggi ho persino imbiancato una stanza, mai fatto prima!).

Buon appetito con i “biscotti del pescatore per Danda”. Continua a leggere

Rimini: itinerario felliniano

LA RIMINI DI FELLINI

(tratto da “52 domeniche in Romagna”, Menabò Editore Forlì)

Il figlio più grande della città è senza dubbio Federico Fellini: il suo cinema è edificato per la maggior parte su memorie dell’infanzia e della giovinezza riminesi. Una Rimini sempre costruita “altrove”, vuoi sul Lido di Ostia o negli studi di Cinecittà, ma con la quale il Maestro ha mantenuto grandi legami affettivi, tant’è vero che ha chiesto di riposarvi per sempre. E proprio all’ingresso del cimitero si trova il monumento funebre che Arnaldo Pomodoro ha ideato per il regista e per Giulietta Masina: una grande prua rivolta al cielo, che evoca il leggendario Rex di Amarcord. L’itinerario nella Rimini felliniana parte proprio da qui, per proseguire verso luoghi, forse già incontrati, da guardare stavolta con occhi diversi, come flash back su scene da Oscar. Prima tappa al Borgo San Giuliano coi suoi murales dedicati al Maestro e ai suoi film, e al vicino Ponte di Tiberio, dove passava la corsa delle Mille Miglia di Amarcord. Si imbocca Corso d’Augusto: sulla destra, dopo un centinaio di metri, ecco il cinema Fulgor, l’occhio sul mondo e l’incontro col cinema americano. Due passi e siamo in Piazza Cavour, con la scalinata dell’Arengo, teatro della celebrazione fascista e della solitaria protesta del grammofono che suona l’Internazionale, e con la Fontana della Pigna, che ha visto le pallate di neve a Gradisca, le scorribande di Scureza, l’incanto del pavone. Si svolta per via Gambalunga dove, nel Palazzo Gambalunga, aveva sede il vecchio Ginnasio teatro di mille goliardate. Dalla finestra si poteva vedere Piazza Ferrari e il suo monumento ai caduti della Grande Guerra (i “nudi delle statue”). Proseguendo verso la stazione ferroviaria (il treno, metafora di ogni partenza, molto cara al Maestro) si passa in via Oberdan, dove, nella casa della sorella Maddalena, ha sede il Museo Fellini. Lì vicino, al numero 91 di via Clementini, la casa dell’adolescenza di Federico e del primo amore per Bianchina: il Palazzo Dolci. Ultime tappe, verso il mare: il molo (la “palata”, meta invernale dei Vitelloni e teatro delle bravate di Scureza, il motociclista di Amarcord) e piazzale Fellini col mitico Grand Hotel, simbolo di tutti i desideri “proibiti”.

Lavoro a Rimini: la prospettiva di chi sta “di qua” dalla barricata

Non solo scherzi, ricette e patacate, Cristella! Perché non scrivi un post utile?

Siccome le ferie sono ancora lungi a venire, la mente fatica a disintossicarsi dalle incombenze “ufficiali” (quelle dell’ufficio) sulle quali passo buona parte della giornata.

L’esperienza trentennale agli sportelli dedicati a chi cerca lavoro (nel 1979 era l’Ufficio di Collocamento, poi è diventata la Sezione Zonale del Lavoro, in seguito trasformata in Scica – Sezione Circoscrizionale per l’impiego e il Collocamento in Agricoltura – e, infine, l’attuale Centro per l’Impiego della Provincia) ha rafforzato una certezza: l’informazione è fondamentale, specialmente quando la materia prima che si cerca scarseggia.

Dunque, in questa fase di crisi globale, vera o presunta, passata o “da venire” (perché anche stasera i telegiornali parlavano già di una ripresa, ma io non ci credo… le file di disoccupati me le aspetto triplicate, a fine agosto…) l’aiuto che può dare un’operatrice del Centro per l’impiego addetta al Servizio Informazione (che non è “informazioni”, attenzione!) può venire utile.

L’aggiornamento di alcune sezioni del sito www.riminimpiego.it fa parte dei compiti quotidiani. Sempre al servizio degli utenti (intesi come persone che cercano, ma anche imprenditori che offrono).

In questa fase di “stagione estiva”, dunque fino a circa metà settembre, è attiva la banca-dati “Lavorare in Riviera“. Completamente gratuita, permette ad albergatori e ristoratori di pubblicare on-line l’offerta di lavoro (che tutti possono consultare selezionando qualifica e zona di lavoro). Allo stesso tempo, dà modo ai lavoratori di caricare il proprio curriculum, tenerlo aggiornato, eventualmente correggerlo ed integrarlo. I dati delle persone disponibili non sono consultabili direttamente, ma vengono comunicati solo ai datori di lavoro che ne facciano richiesta per mansioni corrispondenti. Quasi quotidianamente, si diceva, arrivano anche in questo periodo richieste da parte di imprenditori. Si tratta di “urgenze”, evidentemente per sostituire personale che per un motivo o per l’altro se ne è andato, o per coprire fabbisogni non preventivati… Insomma, chi chiede un cuoco al 29 luglio, vuol dire che ha bisogno di assumerlo subito, fra un’ora! Ecco, allora, che entra in gioco il lavoro di Cristella, con la pubblicazione, nelle News del sito (“Notizie sul lavoro e dintorni”) delle “offerte stagionali fresche di giornata”. Altro link utile, sempre per il settore degli alberghi, è il sito dell’Associazione Albergatori di Riccione, che pubblica una lista di offerte, anche queste sempre aggiornate due volte al giorno.

Per il lavoro “tutto l’anno” (magari!) si va alla sezione CercOffro, dove si trovano, fra l’altro, la griglia delle offerte dei Centri per l’impiego di Rimini e di Riccione, i link ad altri Centri per l’impiego, un elenco di concorsi pubblici, un elenco di corsi professionali

Altro pezzetto del sito che potrebbe essere utile è l’elenco delle Agenzie per il Lavoro di Rimini (e i relativi indirizzi e link), e l’elenco dei siti utili, fra cui quelli di ricerca lavoro on-line.

Un consiglio finale: quasi tutte le grandi aziende, ormai, hanno una sezione “Lavora con noi” o qualcosa di simile.

Un esempio significativo? L’Ikea, che con l’apertura della sede riminese negli ultimi mesi ha creato un vortice inarrestabile di richieste.

“Ma insomma, come si fa per andare a lavorare all’Ikea?”

Risposta: “attraverso il loro sito.”

Se si riescono a superare i vari step della candidatura on-line, nient’affatto semplici, si è già ad un buon punto della selezione! Prima si deve dimostrare di conoscere la “filosofia Ikea”, poi c’è un questionario, eccetera. A questo punto chi “pensa che la cultura Ikea possa motivarlo e appagarlo…” è pronto per inviare la candidatura. Se nell’elenco riportato (uno per i negozi italiani, un altro per l’estero) non si trova quanto desiderato, il sito dà la possibilità di inviare una candidatura spontanea. Finito qui? Macché: prima bisogna registrarsi, comunicando il proprio indirizzo e-mail al quale verrà poi inviata la password che permetterà di accedere al magico mondo dei quiz… e poi non so cos’altro viene richiesto. Ma il senso è chiaro: se è vero che gli Ikea boys devono avere determinate caratteristiche (devono essere giovani, dinamici, svegli, informatizzati, plurilingue, capaci di problem-solving), la prima selezione si fa prima di bussare alla porta. Quindi, non chi chiede “come faccio a mandare il curriculum all’Ikea” vincerà la corsa, ma chi dice “te lo spiego io, come si fa, perché ci sono riuscito!”

Il colloquio di assunzione, naturalmente, sarà così:

colloquio Ikea

Scherzi a parte, comunque, vista la dinamicità del mercato del lavoro e, soprattutto di tutto quanto gira in rete, è quasi impossibile fornire un’Informazione (maiuscola, sì!) del tutto completa e certamente il sito del Centro per l’impiego si potrà sempre migliorare…

Però – gli utenti e il numero di visitatori ce lo confermano – noi, nel nostro piccolo, ce la mettiamo tutta!

“Noi”: cioè Cristella e la squadra di colleghe e colleghi. Semplicemente, ma guarda un po’, impiegati pubblici…

Av salut! Buon lavoro a tutti 🙂