I sogni della Befana smemorella

Volteggiando per i cieli a cavallo della sua scopa, la notte fra il cinque e il sei gennaio, la Befana spesso fa degli incontri molto strani.
Sapete chi ha incontrato quest'anno, mentre passava dalle parti di Covignano?

Lasciamolo raccontare a lei...
“Me ne stavo sopra il tetto di Martina e Francesco, cercando di ripartire col sacco sulla schiena, quando, guardando verso l'alto, ho visto alla luce della luna una figura piccina piccina che si spostava da una nuvola all'altra. Circondata da una polvere luminosa, con due alette azzurre che non stavano mai ferme, sembrava… una fatina volante. Assomigliava un po' all'amica di Peter Pan. Proprio quando riuscii a vederla bene, questa si lanciò verso di me e venne lì vicino, ad appoggiarsi sul tetto. Notai che teneva fra le mani un retino come quelli che si usano per pescare o per andare a caccia di farfalle.

“Buona sera, signora Befana, come va?” mi disse.

“Beh, a parte il freddo... Sono molto stanca e non vedo l'ora di finire il mio giro di consegne. Ma tu chi sei? Non t’ho mai vista da queste parti.”

“Mi chiamo Robertina e sono la cugina di Trilly, la fatina amica di Peter Pan. Lei la conosce?”

“Come no? Proprio mezz'ora fa ho portato un libro con la sua storia ad una bambina di Torre Pedrera... Ma dimmi, cosa ci fai in cielo con questo freddo ed a quest'ora di notte? Non dovresti essere a letto al calduccio? E poi, a cosa ti serve quel retino?”

“Sa, signora Befana, io cerco i sogni perduti. Loro se ne stanno lassù nelle nuvole e, quando queste si riempiono troppo, ricascano giù. Quelli brutti scendono trasformandosi in grandine e tuoni, quelli belli diventano una pioggerella sbarazzina che scende delicata. Io, con la mia retina, cerco di acchiappare quelli che stanno cadendo per sbaglio, per rimetterli al loro posto, ognuno sulla sua nuvola.”

“Senti, senti... Non lo sapevo proprio che i sogni si nascondessero nelle nuvole! Tornano giù sulla terra solo quando si avverano, allora?”

“Proprio così, ma non solo con la pioggia. Ci sono tanti modi per far sì che ogni sogno trovi il suo padroncino. Innanzitutto deve sapere, cara signora Befana, che sopra alle nuvole c'è sempre Ulisse, il custode dei sogni. Il suo è un lavoro molto impegnativo: prima raccoglie tutti i sogni che arrivano dai pensieri e dai sonni delle donne, degli uomini, delle bambine, dei bambini, dei cagnolini, dei gatti e di tutti gli esseri viventi che hanno dei desideri. Poi li suddivide per argomento e li sistema su ogni nuvola, dove si fanno compagnia finché arriva il momento più importante, quello della spedizione. Come un bravo postino, Ulisse deve inviare a ciascuno il sogno che s'è meritato, cercando di non sbagliare indirizzo!”

“Ah, ci credo, che deve stare attento: ti immagini se ad un cane che sogna un osso gli arriva il videogioco di Simone e se alla piccola Emma arriva il topolino che era destinato al gatto? Chissà quanti pasticci succedono, quando i sogni sbagliano strada!”

“Beh, a dire la verità ogni tanto Ulisse si sbaglia. Nessuno è perfetto, sa. Neanche il custode dei sogni! Se si distrae, bisogna anche capirlo: c’è una confusione, lassù sulle nuvole. Non è mica facile vivere giorno e notte in mezzo ai sogni degli altri…”

“Ma dimmi, Robertina, anche i doni che ogni anno io metto nelle calzette di tutti i bambini che mi aspettano sono rimasti parcheggiati sulle nuvole? A parte il carbone, che qualcuno si merita proprio, tutti i giocattoli e i dolci, in fondo, sono sogni che si avverano.”

“Proprio così, cara signora Befana. Il signor Ulisse, quando si tratta di bambini, invece di mandare i sogni giù con la pioggia, chiede l'aiuto di alcuni suoi amici. Ce ne sono tanti, in giro per il mondo. In America c'è Santa Klaus, ad esempio, in Svezia Santa Lucia, in Russia la Babushka. In Italia, oltre al signor Babbo Natale, c'è lei, cara signora Befana. Il suo lavoro è molto importante! Anzi, mi ha detto Ulisse di chiederle come fa a ricordarsi, un anno dopo l'altro, tutti gli indirizzi dei bambini che la aspettano. E specialmente, come fa a sapere dove portare i doni e dove il carbone?”

“Ah, se è per questo... Con l'età che ho! La cosa si fa sempre più difficile. Ogni volta devo escogitare qualche trucchetto nuovo. Per farti capire meglio, cara Robertina, ti racconto questa filastrocca, che mi ha regalato proprio in questi giorni la mia amica Cristella, la regina delle favole.”

L’alfabeto della Befana smemorella

Lo sapete come fa
la Befana smemorella
per saper cosa portare,
se balocchi o carbonella?

Su ogni casa lascia un segno,
per ricordare quel bimbetto
se è bravo o birichino,
capriccioso o discoletto.

Nel suo sacco pieno pieno,
fra i giocattoli e il carbone,
tiene sempre un pacchettino
con tante lettere di cartone.

Dall’abici all’uvizeta
le vocali ci son tutte,
con le amiche consonanti
variopinte e colorate.

Un’esse qui e un’acca là:
la Befana smemorella
ogni anno dopo l’altro
si ricorda senza errore
com’è fatto quel bambino
che l’aspetta con fervore.

A - vuol dire Allegro e gaio
B - è un vero Birbantello
C - è sempre Capriccioso
D - è proprio Discoletto
E - Esperto di computer
F - è sempre il più Felice
G - è un gran Giocherellone
H - è very very Happy
I - vuol far l’Intelligente
L - sempre Lindo e caro
M - Mangione e golosone
N - non sa cos’è la Noia
O - è proprio un Ottimista
P - Pignolo e Precisino
Q - quasi quasi sembra un Quadro
R - Ride e scherza a tutte l’ore
S - sempre più Simpatico
T - non sa dir le Tabelline
U - è Unico in ogni cosa
V - Vivace a più non posso
Z - come Zucchero dolce e buono

E, mentre raccontava questa filastrocca, la Befana incominciò a togliere dalle tasche della sua sottana tante lettere colorate.

Robertina si stava divertendo molto, in compagnia di quella vecchietta, e non voleva più andarsene. Anzi, le chiese di raccontare altre filastrocche, tutte quelle che sapeva.

La Befana non se lo fece ripetere due volte: a lei piaceva tantissimo raccontare ogni tipo di storia.

E così continuò per ore e ore…

Naturalmente le prime filastrocche erano tutte quelle che i bambini, in tanti anni, hanno dedicato a lei, alla

“Befana che vien di notte con le scarpe tutte rotte…”



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