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Antonio Scarpato, maestro dei fuochi
Articolo pubblicato su Il Resto del Carlino, estate 2006.Sempre animato da spirito bambino, gioisce nello stupire la gente e lasciarla a bocca aperta. Nonostante i 53 anni e qualche capello grigio Antonio Scarpato, maestro pirotecnico della sesta generazione, si diverte un mondo a dipingere il cielo con pennelli fatti di scoppi e colori.
“Il fuoco d'artificio è forse il culmine dell'istantaneità, la meraviglia senza domani, l'illusoria apparenza scritta a lettere di fuoco in una notte d'estate.” Antonio usa la citazione di Vladimir Jankélévitch per descrivere la poesia del mestiere di pirotecnico, attività fino ad oggi inquadrata nel settore artigianale che dopo un lungo iter legislativo sarà classificata fra le “espressioni artistiche”. Un po' artista, un po' giocoliere (sarebbe senz'altro piaciuto a Federico Fellini) passa notti insonni nel suo attrezzatissimo studio di progettazione ad immaginare arabeschi luminosi che rompano il buio della notte.Unico produttore di fuochi artificiali in regione, in un mercato nazionale monopolizzato al 90% da aziende del Sud, Antonio è punto di riferimento per i colleghi anche a livello mondiale. Maestro nel vero senso del termine, tanto da venir chiamato come docente di tecnica e sicurezza in corsi per artificieri a Napoli, patria dei fuochi.
Come si svolge il lavoro di produzione?
“Ricerca e innovazione prima di tutto: dalla mia sede di Viserba non escono solo artifici nuovi, per il 70% esportati in Europa e nel mondo, ma anche strumenti ed attrezzature per artificieri. Sono stato il primo, in Italia, ad usare i tubi di lancio in alluminio e ad accendere i fuochi con esclusivi sistemi elettronici a distanza. Per gli spettacoli più attuali, che propongono fuochi al tempo di musica, c’è l’informatica che aiuta, con software innovativi che abbinano note e luci in perfetta sincronia. Il futuro - realtà e non più sogno - è multimedialità totale, con l'aggiunta di immagini da proiettare su grandi schermi o sui palazzi, anche in movimento e tridimensionali.”
Come si diventa pirotecnici?
“Da ragazzo ho studiato, in Germania, i principi della chimica e della fisica. Mi intendo anche di balistica, aerodinamica e meccanica. Oltre alla conoscenza delle frequenze di percezione dei colori occorre avere buona manualità e fantasia cromatica, senza dimenticare un gusto artistico originale. Nelle varie fasi del lavoro mi affiancano validi collaboratori, fra cui mia moglie Elisabeth, indispensabile braccio destro, a cui dedico i successi degli ultimi tempi.”
A che punto è il trasferimento dell'azienda, che in passato aveva sollevato alcuni timori nei nuovi “vicini di casa”?
“La nuova fabbrica, che permetterà all'azienda di stare al passo col mercato, è quasi terminata. Sorge in zona Orsoleto, in aperta campagna e lontano da abitazioni. I requisiti di sicurezza sono garantiti al mille per mille ed esistono tutte le autorizzazioni di legge: chi aveva qualche dubbio ha poi verificato che è tutto a posto.”
Una garanzia in più? Nel curriculum professionale di Antonio, autore dell'unico manuale di sicurezza esistente e socio fondatore dell’Associazione Pirotecnica Europea (AEP - Association Pirotéchnique Européenne), che ha la sicurezza come primo obiettivo.
Quanti spettacoli in un anno?
“Circa 150, in Italia e all’estero. Nella scorsa estate ho vissuto un’esperienza esaltante al Festival del Cinema di Cannes, con Vip di tutto il mondo emozionati dal mio ‘Omaggio a Fellini’, spettacolo fortemente voluto dalla direzione per la serata finale della kermesse.”
Ultimamente Antonio ha collezionato un successo dietro l'altro: nell'estate 2004 il primo premio al Concorso Internazionale d'Arte Pirotecnica di Cannes; stesso risultato al Concorso Internazionale di Courchevel nel febbraio 2005, seguito a ruota da un’altra vittoria al Simposio Mondiale in Giappone. Ogni trasferta richiede da due a dieci specialisti impegnati per almeno cinque giorni, tonnellate di materiale, sofisticate attrezzature, permessi e timbri a non finire. L’azienda si sta già preparando alla prossima stagione, che prevede almeno tre grandi eventi. Il più atteso è il ritorno sulla Costa Azzurra per la finalissima dei campionati mondiali che si tiene ogni 4 anni: una sorta di Olimpiade dei pirotecnici, dove Scarpato ha i numeri per primeggiare su tutti gli altri.
In attesa di un’altra medaglia d’oro, c’è un sogno nel cassetto?
“Ripetere la magia di Cannes sulla spiaggia di casa, magari per Gradisca 2006, l’occasione più adatta per la mia idea: coordinare i chilometri di fuochi sparati anche dagli altri colleghi per farli muovere in sincronia con le colonne sonore felliniane diffuse da tutti gli altoparlanti del Publiphono e delle tante orchestre impegnate nell’evento. Sarebbe una danza indimenticabile specialmente per i turisti, un ‘Omaggio a Fellini’ da Guinness dei Primati!”